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a cura di Sabina Baral

Partecipanti al sinodo della Chiea protestante unita di Francia

La Chiesa protestante unita di Francia (EPUF) ha da poco concluso ad Avignone, l’antica e suggestiva città dei papi, il suo secondo Sinodo. Un anno dopo l’integrazione tra la chiesa riformata e quella luterana, sancita a Lione nel 2013, il Sinodo della nuova EPUdF si è riunito intorno al tema “Responsabili e solidali” accogliendo undici nuovi ministri, tre dei quali docenti di teologia nei due istituti di Parigi e Montpellier.

Il messaggio di apertura è stato uno dei momenti più attesi dell’assemblea e si è caratterizzato per un’accurata analisi della società e per una riflessione teologica approfondita. Riallacciandosi al Sinodo di Barmen (del quale ricorrono quest’anno gli ottanta anni), il presidente Laurent Schlumberger ha affermato come la Chiesa confessante non abbia esitato a lasciarsi pienamente interrogare dalle questioni fondamentali della sua epoca ed ha proseguito soffermandosi sulla fiducia contagiosa: “Fiducia non come valore ma come relazione, affatto ottimista e ingenua ma che richiede un impegno”.
Una sfida notevole per una chiesa che si trova ad operare in un contesto in cui il 79% dei francesi afferma che la fiducia è qualcosa da accordare con estrema prudenza e che è costretta a confrontarsi con la scure del Fronte nazionale alle ultime elezioni europee. Schlumberger ha invitato ad evitare i facili paragoni con la situazione tedesca del 1934, ma un ripensamento della nazione è tuttavia indispensabile.

“Tema centrale del Sinodo è stato l’approfondimento delle questioni finanziarie e patrimoniali della chiesa – spiega il pastore Italo Pons, presente al Sinodo francese in rappresentanza della Chiesa valdese – con relativa sensibilizzazione delle chiese a coinvolgere i non contribuenti”.

“Da evidenziare anche la tavola rotonda sul tema “Non si è chiesa da soli” – prosegue Pons -  che ha visto, fra gli altri, anche la partecipazione del teologo valdese Ermanno Genre, presidente della Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini. Tutti hanno posto l’accento sull’importanza del dialogo ecumenico e dell’essere chiesa insieme, anche per quanto riguarda l’accoglienza degli immigrati. A questo proposito il Sinodo stesso ha rivolto alle autorità competenti un appello affinché esse si prodighino per una politica di accoglienza. I recenti fatti di Calais (due campi di migranti sono stati sgombrati il 28 maggio scorso) dimostrano, infatti, la necessità di un ripensamento della politica di accoglienza e ospitalità che coinvolge più che mai l’Europa, tutta”.

4 giugno 2014