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di Giuseppe Scuderi

Ogni anno l'Italia celebra il 25 Aprile, festa della Liberazione. Le commemorazioni si ripetono in tutto il Paese per festeggiare la fine del fascismo, dell'occupazione nazista e della guerra. Il 25 Aprile 1945 infatti i partigiani liberarono Torino e Milano, mettendo fine ad uno dei periodi più tragici della storia d'Italia. In questa giornata si vuole ricordare non solo gli uomini e le donne che hanno perso la vita nei combattimenti, ma anche il profondo significato di questo evento: l’inizio di una nuova repubblica, la ricostruzione del paese, la stesura della Costituzione.
Giornata del Protestantesimo sicilianoIn questa stessa data, da circa ventisette anni, le chiese evangeliche della Sicilia si incontrano per celebrare quella che è stata definita la "Giornata del Protestantesimo Siciliano".

Il Servizio Cristiano di Riesi è pronto ad ospitare, a partire dalle ore 9.30 di venerdì 25 aprile, la consueta “Giornata del Protestantesimo Siciliano”. La manifestazione, che sarà aperta da un culto presieduto quest'anno dal pastore Fulvio Ferrario, è nata per riflettere insieme sul significato della “liberazione” non solo in ambito civile ma anche in termini di fede cristiana.
Protestantesimo e libertà sono due parole strettamente correlate tra loro. La tensione tra questi due termini ha segnato tutta la nostra storia, al punto che non si può parlare, storicamente e teologicamente, di protestantesimo, senza parlare di libertà.

Il 17 febbraio 1848 ci fu la liberazione delle minoranze religiose dalla loro ghettizzazione secolare e da una condizione di discriminazione in cui erano vissute sin dalla loro origine; il 25 aprile del 1945 ci fu, per tutti gli italiani, la liberazione dall’occupazione tedesca e dalla dittatura fascista. Il 17 febbraio e il 25 aprile sono dunque due date che ricordano l’interminabile battaglia per la libertà che in ogni paese – ed anche nel nostro – è stata condotta.
Giornata del Protestantesimo sicilianoPotremmo pertanto dire che il tratto caratteristico e più evidente dell’esperienza protestante è proprio l’affermazione della libertà. La motivazione della ricerca di libertà del mondo protestante affonda certamente le proprie radici nei racconti biblici. Nell’Antico Testamento il passaggio dalla schiavitù all’autodeterminazione dell’antico Israele racconta la storia di un Dio liberatore. Nel Nuovo Testamento Gesù, come Mosè, conduce il popolo su un cammino di liberazione e, in qualche modo, lo completa allargandolo a tutti i popoli della terra.

Sembrano comprenderlo abbastanza bene e in qualche modo amplificarlo e renderlo ancora più evidente, i nostri fratelli e sorelle d’oltrefrontiera, che negli ultimi anni accorrono sempre più massicciamente a questo appuntamento, arricchendo questa manifestazione con la gioia dei loro canti, dei loro balli e delle loro preghiere.
Una giornata dunque dedicata alla libertà non tanto come conquista personale, come espressione di totale autonomia dell’individuo, ma piuttosto libertà come dono, vocazione rivolta e rinnovata dall’Alto al credente. È Dio stesso, in Cristo, il garante di questa libertà donata che trova la sua più alta espressione teologica nella giustificazione per Grazia mediante la fede.

21 aprile 2014