I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

a cura di Sabina Baral

WCRC

Si è concluso nei giorni scorsi, a Varsavia, l’incontro del Consiglio europeo della Comunione mondiale delle chiese riformate (WCRC), l’organismo che riunisce circa ottanta milioni di cristiani riformati presenti in numerosi paesi del mondo, uniti nell’azione a favore dell'unità della Chiesa, dei diritti umani, della giustizia economica. Le chiese membro sono chiese congregazionaliste, presbiteriane, riformate ed unite.
La WCRC è nata a Grand Rapids, Stati Uniti d'America, nel giugno 2010, dalla fusione tra l'Alleanza delle Chiese Riformate (WARC, di cui la Chiesa valdese fu membro fondatore) e il Consiglio Ecumenico Riformato (REC). All’incontro europeo ha preso parte il pastore Claudio Pasquet, incaricato dalla Tavola Valdese di seguire i rapporti con la WCRC. Al suo rientro ha risposto ad alcune nostre domande.

Chi era presente all'incontro di Varsavia?
Le chiese della WCRC si ritrovano a livello di “regioni” mondiali, l'Europa è una di queste. Ogni anno i rappresentanti di tutte le chiese si incontrano per discutere i problemi specifici di ogni singola area geografica. Problemi che riguardano la società, la fede, il confronto con i problemi attuali. In tutto erano presenti una quarantina di persone, in rappresentanza di trenta chiese nazionali tra le quali la Grecia, la Svezia, l'Irlanda e l'Ungheria. Particolarmente importante, e toccante, è stato l'ultimo incontro con Setri Nyomi, giunto alla scadenza del suo mandato come segretario generale della WCRC. Egli ci ha spiegato le difficoltà e le prospettive dell'ufficio centrale che, per ragioni economiche, è stato recentemente trasferito da Ginevra ad Hannover.

Quali erano i temi in discussione?
Quest'anno, a venticinque anni dalla caduta del muro di Berlino, ci siamo confrontati sulla vita, e vitalità, delle chiese nell'est e nell'ovest. Alcuni aspetti erano noti: la secolarizzazione continua a colpire la realtà ecclesiastica europea e riguarda più i paesi di cultura protestante che quelli di tradizione cattolica; altre notizie, invece, sorprendono: per esempio tende a diminuire il numero delle persone che dichiarano di non credere in Dio, mentre aumentano quelle che non si riconoscono in nessuna confessione specifica. Di questo abbiamo discusso con un riformato ungherese, giovane professore di sociologia a Budapest.

Perché Varsavia?
Il Consiglio della WCRC è ben conscio di occuparsi di una realtà composta soprattutto da piccole (talvolta piccolissime) chiese di minoranza, e cerca quando possibile di incontrarsi con queste. La chiesa riformata polacca è piccola ma vivace e culturalmente in una posizione di “frontiera”.
In Polonia, ad esempio, i riformati sono l'unica chiesa che ammette le donne al ministero pastorale. Infine la Polonia confina con l'Ucraina, paese assai travagliato in questo momento e che ospita, nei Carpazi, una minoranza di circa duecentomila riformati di lingua e cultura ungheresi. Abbiamo incaricato l’ufficio di presidenza neoeletto di far giungere un messaggio di solidarietà non formale a questi fratelli e queste sorelle; in caso di conflitto, infatti, le minoranze rischiano sempre di essere coinvolte.

1 aprile 2014