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a cura di Sabina Baral

Sinodo rioplatense

Dall’8 al 10 febbraio si sono svolti, nella bella cornice del Parque 17 de Febrero, a 15 km da Colonia Valdense (Uruguay), i lavori del sinodo della Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata. Quest’anno il sinodo sudamericano ha adottato una nuova formula di lavoro che rappresenta un esperimento: tre giorni di confronto (invece di cinque) incentrati su un solo argomento oltre all’analisi dei compiti amministrativi che, secondo il regolamento ecclesiastico, devono essere affrontati annualmente. L'area italiana è stata rappresentata dal pastore Claudio Pasquet cui abbiamo rivolto alcune domande.

Qual era il tema del sinodo e quali i contenuti emersi?
Il tema scelto per questo sinodo era la missione: “Formazione in vista della missione. Tradizione e rinnovamento nei ministeri della chiesa”. Ho subito trovato singolare che i due rami della nostra chiesa affrontino, quasi contemporaneamente, temi come missione ed evangelizzazione. Il pastore Claudio Pasquet partecipa al Sinodo rioplatenseNon penso sia un caso: credo invece che lo Spirito guidi la Chiesa, anche in tempi difficili, dandole visioni e progetti. Ed è quello che ho visto avverarsi in questi giorni: non sono emerse formule magiche o ricette miracolose che trasformino i membri di chiesa in missionari dediti completamente al compito dell’evangelizzazione. Ho avvertito però l’urgenza, tra i nostri fratelli e le nostre sorelle impegnati, di far sì che ogni membro di chiesa si faccia carico della vocazione ricevuta al momento del battesimo o della confermazione: annunciare la sua fede in Cristo alle persone che incontra nella vita quotidiana.

Quali le strategie adottate in materia di evangelizzazione?
Si cerca di lavorare a un modello di evangelizzazione che non sia moralistico o colpevolizzante, ma che, partendo dalla teologia riformata, avverta comunque l’esigenza di annunciare a chiare lettere che Gesù Cristo è il Signore e il Salvatore.
Sinodo rioplatenseTra i progetti che hanno attratto maggiormente la mia attenzione c’è quello che riguarda il lavoro svolto con le donne contadine della regione di Entre Rios, in Argentina. E’ un tentativo riuscito di sostenere queste donne spesso schiavizzate dal lavoro nei campi. Il progetto, che è gestito da animatrici della Chiesa valdese, prevede iniziative di alfabetizzazione, nutrizione e autosostentamento ma, soprattutto, regala a queste donne uno spazio importante di incontro e di scambio.

Ci sono elementi di novità che potrebbero ispirare anche il lavoro della Chiesa valdese italiana?
Sì, un aspetto in particolare mi ha colpito: la musica. Innanzitutto i canti che corrispondono alla musicalità e alla cultura contemporanea; ho visto giovani e anziani cantare di cuore, e a memoria, inni accompagnati dalla chitarra. Questo conferisce al sinodo, più informale del nostro, un carattere gioioso anche in mezzo a momenti di tensione.

14 febbraio 2014