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di Claudio Pasquet

Rembrandt, Cristo risorto appare ai discepoli

Il giorno di Pasqua, la domenica che, secondo il calendario ebraico, è il primo giorno della settimana, le donne recandosi al sepolcro per ungere la salma di Gesù, non lo trovano, ma trovano invece degli angeli che annunciano la resurrezione di Gesù. "Il terzo giorno risuscitò", così recita il Credo apostolico accettato da tutti i cristiani, e non è casuale. Su questo punto infatti tutte le chiese concordano, Pasqua è il perno centrale della fede cristiana. La presenza di Dio tra gli uomini e le donne non è stata solo attraverso parole, leggi, consigli, ma si è compiuta in un fatto eclatante: Cristo è risorto per dirci che Dio non vuole che la vita di un essere umano sia annientata dalla morte, ma si realizzi con una vita nuova.

Come abbiamo detto si tratta sicuramente del fatto centrale della fede cristiana, ma è anche il punto più difficile da accettare. Va infatti contro il pensiero umano, contro la realtà così come ci è dato di conoscere, adesso, nella nostra vita. Non può essere spiegata o dimostrata in nessun modo. Ma da venti secoli, uomini e donne sentono dentro di essi la forza del Signore risorto e cercano di annunciarlo al mondo; come è accaduto ai primi discepoli e discepole che hanno visto il Risorto, e ne hanno compreso la novità: la morte mette fine alla nostra vita, ma non ferma l'opera di Dio per l'umanità.

L'apostolo Paolo ne parlerà in questi termini: la morte è l'ultimo nemico che abbiamo tutti di fronte a noi, ma il Cristo l'ha vinta. E la sua resurrezione getta una luce sulla nostra vita futura, dove non sarà il nulla, ma una vita rinnovata, in un "corpo spirituale", che ci farà essere eternamente in comunione con Dio.
Pasqua: un avvenimento compiutosi nella storia umana, che apre alla dimensione dell'eternità.

1 aprile 2015