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scuola elementare del Servizio cristiano di Riesi (CL)

In provincia di Caltanisetta, in un Comune che oggi conta meno di diecimila anime, nel 1961 iniziava la costruzione di un villaggio su una collinetta piena di ulivi secolari, poi chiamato Monte degli ulivi: era il Servizio Cristiano promosso dal pastore valdese Tullio Vinay e da un piccolo gruppo di sostenitori protestanti in Italia e in vari paesi europei. Nel corso degli anni molte cose sono cambiate ma la missione di questo Centro è rimasta la stessa: istruzione (con la scuola dell’infanzia ed elementare, un tempo anche con una scuola per meccanici), lavoro (oggi limitato all’agricoltura biologica, ieri anche con una piccola fabbrica meccanica), inclusione sociale (con un servizio sociale che si estende a tutto il paese).

Una piccola realtà di servizio che vive di solidarietà, prima di tutto delle persone che con il loro modo di lavorare, anche volontario, danno sostanza al nome del Centro ("servizio cristiano"); dei doni in denaro, che giungono da singoli sostenitori e da chiese, soprattutto estere, e dei contributi dell’Otto per mille delle chiese metodiste e valdesi; dei ricavi delle proprie attività e, infine, di contributi pubblici sempre più rarefatti, non solo per la crisi economica ma anche per gli sperperi di cui siamo, quasi ogni giorno, stupefatti testimoni.

gli ulivi del Servizio cristiano di Riesi (CL)

Incontro i collaboratori e le collaboratrici del Centro e rimango colpito dall’entusiasmo con cui raccontano del loro lavoro, che spesso va ben oltre i loro doveri contrattuali, e dalla speranza che hanno di potere continuare a farlo questo lavoro, non solo "per lo stipendio" - che è "magro", come in tutte le istituzioni delle nostre chiese – ma anche per il "senso" che dà alla loro vita poterlo fare nel modo in cui è possibile farlo al Servizio Cristiano.

Partecipo poi al culto domenicale della Chiesa valdese di Riesi: una piccola comunità sorta nel 1871, tenace nella sua testimonianza, impegnata nella vita sociale del piccolo paese, oggi curata da un pastore che viene dalla Germania e che ha una moglie che viene dalla grande immigrazione evangelica africana. E penso: ecco una rappresentazione reale della Sicilia, ma anche dell’Italia immersa nel Mediterraneo, un vero crocevia di culture e identità diverse che si integrano, arricchendosi e sostenendosi a vicenda.

Eugenio Bernardini

26 novembre 2012