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di Joylin Galapon

"Il Signore disse ad Abramo: «Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra». Abramo partì, come il Signore gli aveva detto”.

Per fede Abramo, quando fu chiamato, obbedì per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa (Eb.11, 8-9). Attraverso la chiamata di Abramo Dio si è rivelato. Il Signore Dio è fonte di benedizioni. Tutti noi credenti riconosciamo che Dio ha benedetto Abramo e, grazie a questa consapevolezza, siamo fermi nella nostra fede. Capire e tradurre in pratica il modello di fede di Abramo crea un modo nuovo di testimoniare la fede. Vivere in un altro paese da credente in Dio, consapevole di essere portatore di benedizione, disposto a condividere tutto ciò, può far vincere la paura di perdere la propria identità personale. Dio vuole che tutti abbiano il diritto di vivere ovunque, essendo tutti creati per vivere come nuovi cittadini del regno di Dio sulla terra. La promessa è rivolta anche a noi i quali, fidandoci di questa promessa, possiamo essere a nostra volta trasformati in uomini e donne nuovi. La benedizione ricevuta da Abramo riguarda anche noi e tramite noi può essere trasmessa ad altri. Infatti, Dio continua a rivolgerci la sua parola che genera la fede, che è la certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono (Eb.11,1).