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di Emanuele Fiume

«“Ecco, i giorni vengono”, dice il SIGNORE, “in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà il nome con il quale sarà chiamato: SIGNORE-nostra-giustizia”»

La giustizia del re sarà causa di salvezza per tutto il suo popolo, tanto che sembra che essa si riversi direttamente sui figli d’Israele. Il sovrano sarà chiamato “Signore-nostra-giustizia”, come se la sua giustizia diventasse la giustizia del popolo, la giustizia per il popolo. Il popolo non ha una giustizia propria da presentare a Dio perché si è rivolto agli idoli e si è sviato dalla verità, ma la vera giustizia del re diventa la giustizia che copre tutti i peccati del popolo. Il popolo d’Israele, seguendo il suo re, riceve la sua giustizia e ottiene la promessa della salvezza e della grazia. Molto spesso un popolo assume in sé la responsabilità dei peccati e degli errori dei suoi capi. Invece il popolo di Dio non è chiamato alla corresponsabilità del peccato, ma alla condivisione della giustizia che viene dal suo re. Quella giustizia che Dio dà a noi, prima di pretendere che noi la condividiamo. La nostra giustizia è il Signore stesso.

La forza e la giustizia del re cammineranno su questa terra ed apriranno le porte del regno dei cieli, ma questa forza e questa giustizia si riveleranno soltanto in quell’uomo mansueto ed umile di cuore, che toccava i lebbrosi e mangiava con i peccatori. Gesù, il Cristo, il re d’Israele, avrà tutta la potenza in cielo e in terra, ma per dimostrare questa sua potenza non sarà un re che farà morire gli altri per lui, ma un re che andrà a morire per gli altri. La giustizia di Dio prende corpo nell’umiltà di Gesù Cristo.

Tutto il mondo occidentale sembra aspettare questo Natale, tutti aspettano il giorno della festa, ma i soli che hanno il diritto di festeggiare il Natale sono quelli che hanno fame e sete della giustizia di Dio e che la invocano tutti i giorni. Quelli che sono dispersi nel loro cuore, quelli che sono maltrattati, quelli che piangono per il peccato del mondo e che gridano a Dio di venire in loro soccorso sono quelli che possono comprendere veramente che cosa significa il Natale e perché Gesù Cristo è venuto sulla terra. Signore-nostra-giustizia. È anche lo sgambetto di Dio all’umanità che pensa di non avere bisogno della giustizia di Dio, ed è anche la risposta concreta e vera a tutti quelli che invocano una giustizia autentica, una giustizia che nessun essere umano può compiere e che può venire soltanto dall’alto. È la giustizia temuta e combattuta dai potenti, da Erode, ma cercata e desiderata dagli umili. Non è l’ideale di giustizia, perché l’ideale non scende sulla terra; non è la giustizia che mi deve dare ragione, la giustizia del vinco io e perdi tu, è il Signore-nostra-giustizia, realizzata in Cristo e condivisa da tutti quelli che sono in lui. E questa voce oggi richiama i dispersi e li chiama ad avvicinarsi al Signore.