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di Claudio Pasquet

L’Ufficio ecumenico riformato è ora una realtà. Si avvarrà del tempo parziale di un’incaricata che, per l’altra metà del suo tempo, sarà pastora della Chiesa scozzese di Roma. La Chiesa scozzese pagherà l’intero stipendio della pastora mentre la Chiesa valdese fornirà i locali per le manifestazioni e gli incontri oltre all’ufficio che sarà in via Firenze dove ci sono le sedi della nostra chiesa e della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

La pastora Tara Curlewis, scelta dopo una selezione tra una ventina di candidati, proviene dalla Uniting Church of Australia, chiesa nella quale è stata consacrata nel 1994. Ha ricoperto vari incarichi nel Sinodo, è stata per cinque anni segretaria del Consiglio nazionale delle chiese, ha curato i rapporti della sua chiesa con il Consiglio ecumenico e vari altri organismi. Ha anche fatto parte di un organismo consultivo del governo contro gli abusi sui minori.

La giornata di domenica 5 novembre è stata impegnativa: nel culto del mattino è stata riconosciuta come pastora della Chiesa di Scozia; nel tardo pomeriggio, un apposito culto nella Chiesa valdese di piazza Cavour le ha riconosciuto ufficialmente la vocazione. La liturgia è stata condotta dal segretario della Comunione mondiale di chiese riformate (WCRC) che ha tenuto la predicazione, dalla moderatora della Chiesa di Scozia, dalla moderatora della Tavola Valdese e dal pastore della chiesa locale. A chi scrive è toccato il compito di insediarla ufficialmente nell’incarico a nome del Comitato esecutivo della WCRC, la cui presidente non ha potuto lasciare la sua sede in Libano a causa dei venti di guerra.

Prima del culto, in una intervista, ho chiesto a Tara (che qualche giorno prima ha accompagnato la moderatora scozzese ad un incontro con il Papa) cosa si aspettasse dal suo lavoro di responsabile ecumenica riformata. Ella mi ha molto semplicemente risposto che si aspetta di collaborare strettamente con le chiese evangeliche locali e con gli uffici ecumenici metodista ed anglicano che già sono presenti a Roma; inoltre cercherà contatti con le ambasciate per far conoscere la presenza e l’opera del nostro Ufficio. Naturalmente i contatti con la Chiesa cattolica sono importanti; nonostante essa continui a non riconoscerci ufficialmente come chiese, non vuol dire che non si possano insieme fare cose importanti anche sul piano sociale, nella lotta per la pace e la giustizia economica ed ecologica.

La pastora Curlewis sarà seguita nel suo lavoro da un Comitato consultivo formato da scozzesi, valdesi e da persone nominate dall’Ufficio mondiale riformato che ha sede ad Hannover. Il lavoro è ora agli inizi, sosteniamolo con la nostra preghiera.