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Si è svolto dal 4 all'8 febbraio il Sinodo della Chiesa valdese del Rio de la Plata

Torre Pellice, 13 Febbraio 2023

Per quelli come noi, per i quali l’Assemblea sinodale è una routine che si è interrotta solo per la pandemia nel 2021 e che nel 2022 si è potuta tenere solo in parte, a porte chiuse e con le mascherine, questa è stata come un incontro rinnovato pur essendo già ben conosciuto.

L’assemblea si è costituita sabato 4 febbraio nel pomeriggio, ma il “movimento” nel Parque 17 de febrero era già iniziato venerdì e perfino giovedì con alcuni arrivi anticipati, soprattutto dall’Argentina, anche con più di mille km di viaggio. Erano arrivati per condividere, nel giorno seguente, una giornata di incontro tra coloro che da più di quattro anni partecipano al corso di formazione per laici Esfuerzate en la gracia, per la prima volta in presenza. Il corso è infatti stato progettato per tenersi “a distanza”. I gruppi, sempre composti da persone provenienti da comunità diverse, si sono incontrati periodicamente attraverso piattaforme elettroniche. Venerdì 3 ci sono state persone che si sono strette la mano o abbracciate per la prima volta dopo quasi cinque anni di dialogo. Ancora una volta la “novità nel già conosciuto”.

Le sessioni di lunedì 6 e martedì 7 sono iniziate con dei momenti di culto coordinati dai partecipanti al corso e il lunedì sera, in un momento pubblico, c’è stata l’opportunità di condividere le esperienze di questo periodo di formazione in uno spazio chiamato «Testimonianze del cammino». Il Sinodo ha valutato molto positivamente questa occasione di formazione e, in un atto specifico in cui ha espresso la sua gratitudine a Dio per questa chiamata che ha trovato orecchie aperte e disponibilità a formarsi per l’annuncio del Vangelo, ha riconosciuto che si tratta della chiusura di una prima fase. Il viaggio deve continuare.

La domenica mattina, la liturgia del culto è stata condotta dalla delegazione del Presbiterio Este Uruguayo, l’accompagnamento musicale da un gruppo del Presbiterio di Colonia Sur e la predicazione, incentrata sul Vangelo secondo Marco (16, 7), dalla pastora Ana María Barolìn. «Andate e dite: egli vi precede in Galilea» è stato il motto dell’Assemblea sinodale, un chiaro richiamo alla missione di annunciare il Vangelo di Cristo, un invio che deve necessariamente essere assunto dalla Chiesa. Nella sua predicazione, la pastora Barolìn ha sottolineato con forza questo mandato come ineludibile: non c’è chiesa senza annuncio. Ma ha anche aggiunto, come necessaria e prioritaria, l’altra chiamata di Gesù ai discepoli, riportata nel Vangelo secondo Giovanni: «Venite e vedrete» (1, 39). I discepoli gli chiedono: «Dove abiti?». E la risposta non è esplicativa, ma esperienziale: «Venite e vedrete». Che cosa possiamo dire se non abbiamo visto? Conoscere il Vangelo, viverlo, è una condizione assolutamente necessaria per predicarlo. Di che cosa parleremo se non abbiamo sentito?

La Commissione d’esame e quella fiscale hanno presentato le loro relazioni il sabato pomeriggio e hanno evidenziato alcuni temi centrali su cui si sono basate le quattro aree di lavoro dell’Assemblea. Un’area si è concentrata sulla vita di fede delle comunità. A questo proposito il tema dell’organizzazione e della pianificazione del lavoro, tenendo conto delle risorse, delle disponibilità e delle carenze, è stato centrale. La realtà, non nuova ma sempre più evidente, della mancanza di pastori e pastore pone diverse sfide. Da un lato, la regionalizzazione della cura pastorale, poiché non c’è un pastore per ogni chiesa locale; d’altro lato l’assunzione di compiti pastorali da parte dei laici, per i quali la formazione è una questione centrale, e la necessità di pianificazione e coordinamento tra le comunità.

La diaconia è stato un tema prioritario. È stata affrontata in modo specifico da una delle aree. Si è lavorato sulla sua ragion d’essere, sui metodi che adotta, sulle risorse di cui ha bisogno, sulla necessità di cambiamenti per delle opere caratterizzate da una lunga storia e da un quadro istituzionale molto rigido: sfide immense.

Un altro tema centrale è stato quello della comunicazione. I lavori si sono svolti sulla base di un documento, redatto da una commissione apposita, chiamato Politica di comunicazione della Chiesa. Esso è stato approvato, e ciò implica l’attuazione di un metodo di lavoro volto a consolidare la Segreteria per le comunicazioni, in fase di elaborazione da diversi anni.

La Commissione Finanze, guidata dall’ottimo lavoro della Commissione fiscale, ha potuto analizzare la situazione delle opere di servizio, soprattutto quelle che comportano l’investimento di risorse gestite in gran parte all’estero o provenienti dallo Stato uruguaiano. Ciò richiede un monitoraggio molto dettagliato e un’assistenza professionale rigorosa. Il bilancio sinodale è naturalmente sempre una questione da risolvere e c’è la necessità di approfondire nelle comunità il significato della contribuzione come espressione della vita di fede.

Anche la formazione è stata al centro delle discussioni e delle proposte. È in corso il programma di formazione per i laici. La Rete ecumenica per la formazione teologica, sorta dopo la chiusura dell’Istituto per la formazione teologica (Isedet) di Buenos Aires, sta lavorando per consolidare i suoi sforzi verso l’offerta di una formazione a livello universitario. C’è molta strada da fare in questo senso, molti sono gli accordi che si devono raggiungere, molti gli ostacoli da superare e molte le vocazioni da risvegliare. Sono queste ultime a dare un senso a tutto il lavoro.

Un altro Sinodo, dunque, non solo “uno in più”, che un po’ per volta lascia il segno. Chiediamo a Dio la visione e la forza per affrontare le sfide senza perdere di vista il fatto che la ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia sono la “Stella polare”: le altre cose ci saranno date in sovrappiù (Matteo 6, 33).

(traduzione di Nataly Plavan)


Tratto da Riforma.it