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di William Jourdan

La Missione evangelica unita (Vereinte Evangelische Mission) è una comunione internazionale di 35 chiese, presenti in tre continenti (Europa, Africa, Asia). Per quanto riguarda l’Europa, le chiese che fanno parte di questo organismo, in molti aspetti simile alla CEVAA, sono concentrate solamente in Germania. Tra queste spiccano la Chiesa evangelica della Westfalia e la Chiesa evangelica della Renania, da sempre collegate alle nostre chiese italiane da legami di fraternità e sostegno. I progetti sostenuti dalla Missione evangelica unita vanno dalla cooperazione allo sviluppo, passando per la diaconia, il lavoro per i diritti di donne e bambini, la lotta alla HIV-AIDS, la riflessione sulla dimensione interculturale della chiesa, senza ovviamente dimenticare che tutte queste cose sono sostenute dall’annuncio dell’Evangelo.

Tra i vari progetti sviluppati negli ultimi anni dalla VEM anche uno scambio tra i giovani delle chiese con un periodo di volontariato in un altro Paese. Per sottolineare che tutte le chiese hanno necessità dei doni delle altre, da alcuni anni i volontari non si muovono più solamente dal nord verso il sud, ma anche dalle chiese africane o asiatiche verso l’Europa o dall’Asia verso l’Africa e viceversa. Questo offre un reale spaccato dell’ecumene cristiana.

In un recente incontro tenutosi a Wuppertal, nei pressi del centro teologico, che raccoglie in un unico complesso diverse strutture della Chiesa evangelica della Renania, tra cui anche la Facoltà teologica di Wuppertal, dalla quale molti docenti hanno già fatto visita alla nostra Facoltà di Roma, si è riflettuto proprio sul tema dell’internazionalizzazione delle chiese. Le chiese tedesche mostrano, in maniera particolare negli ultimi anni, un crescente interesse su questo tema; questo perché si rileva la necessità di rendere più concreti i contatti con le chiese costituite da migranti anche e proprio sul suolo tedesco.

L’impressione molto chiaramente espressa dai partecipanti è che sebbene si veda il bisogno di una chiesa che sappia vivere la propria fede nella comunione di persone che provengono da luoghi diversi, le difficoltà (presunte o reali) che si devono affrontare scoraggiano spesso a proseguire su questa strada. La prof. Andrea Bieler, docente di teologia pratica alla Facoltà di teologia di Wuppertal, ha invitato i partecipanti a riflettere proprio su queste dimensioni: quali possono essere delle buone pratiche nelle quali le chiese si impegnano per favorire l’incontro e, al tempo stesso, a che cosa si deve prestare attenzione per evitare che si verifichino subito degli incidenti di percorso.

Molti dei presenti hanno mostrato profondo interesse per i progetti legati all’Essere chiesa insieme in Italia. Pur riconoscendo la profonda diversità nella struttura ecclesiastica e non potendo dare per scontato che tutto funzioni sempre perfettamente, le chiese tedesche apprezzano l’esperienza di questo progetto, che mostra, dal loro punto di vista, come anche una piccola chiesa di minoranza, possa elaborare delle soluzioni che in qualche modo fanno scuola. La VEM programma per il 2015 un viaggio in Italia per vedere dal vivo la situazione delle nostre chiese: un’occasione, forse, per fare il punto della situazione sul nostro cammino di integrazione.