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Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia

Il primo Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia si è svolto a Lione nella settimana prima di Pentecoste con la solennità che merita un avvenimento che simbolicamente va oltre il dato numerico effettivo. Non si è unito tutto il protestantesimo storico francese perché restano indipendenti le chiese di Alsazia e Lorena; non cambia nulla nei confronti delle chiese metodiste e battiste, con le quali continua la collaborazione nella Federazione protestante francese; men che meno cambia qualcosa con le molte e variegate chiese pentecostali, con le quali la collaborazione, dove c’è, si attua a livello locale. Si sono unite due chiese dalla lunga e gloriosa tradizione, di cui una – la Chiesa riformata – è presente su tutto il territorio nazionale con circa 450 pastori, mentre l’altra – la Chiesa evangelica luterana – è presente soprattutto in due regioni francesi (Parigi e Montbéliard), con circa 45 pastori, per una popolazione ecclesiastica complessiva composta ora di circa 400 mila persone. Ma questa unione rappresenta simbolicamente la conferma pratica di un dato ormai acquisito dal protestantesimo storico francese, e direi europeo: che il processo di comunione delle Chiese della Riforma è inarrestabile e porta frutti concreti, anche di nuovo slancio missionario.

Laurent Schlumberger al Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia

Molto opportunamente, il settimanale protestante francese Reforme, nel numero interamente dedicato al Sinodo di Lione, titola un servizio: “Parlare della propria fede in pubblico non fa più paura”, e nota che il tradizionale pudore protestante sta facendo sempre più posto a un nuovo coraggio a rendere pubblica testimonianza a Gesù Cristo nel proprio ambiente circostante. Molte sono le conferme di questo nuovo slancio missionario. Nel suo discorso di insediamento come presidente del Consiglio nazionale della nuova Chiesa unita, Laurent Schlumberger incoraggia le chiese a non lamentarsi continuamente delle difficoltà della situazione attuale (crisi economica, secolarizzazione, multiculturalismo) ma piuttosto di “impegnarsi per passare dall’essere una chiesa di membri a una chiesa di testimoni”. Un cammino iniziato da diversi anni con un programma denominato appunto “Chiesa di testimoni” in cui si offrono alle comunità nuovi materiali di evangelizzazione, con l’appuntamento nazionale ogni 2-3 anni di “Protestanti in festa” (la prima volta a Strasburgo, la prossima a Parigi a settembre) in cui ci si presenta con un “Villaggio” di decine di piccoli gazebo dalle proposte più varie delle chiese e delle associazioni e istituzioni protestanti.

Sinodo della Chiesa protestante unita di Francia

Una volontà di evangelizzazione che si sostanzia anche in scelte di organizzazione ecclesiastica non indifferenti. Per esempio, nella zona est di Lione è nata la nuova parrocchia riformata del quartiere Vaulx en Velin, frutto della fusione di tre precedenti parrocchie, con relativa vendita delle vecchie chiese e costruzione di una nuova dalla concezione moderna e flessibile e con un programma comunitario di impegno spirituale e sociale sul territorio prima impensabile. Altro esempio: per la cura pastorale delle piccole e piccolissime chiese delle zone di diaspora, dove la presenza ai culti è in media dalle 10 alle 20 persone, si costituiscono raggruppamenti di una ventina di chiese curate da “équipe missionarie” composte da due pastori, con un’organizzazione delle attività, dei culti, della presenza sul territorio che con un occhio guarda alla cura più tradizionale dei membri di chiesa e con l’altro alla necessità più innovative dell’evangelizzazione.

Eugenio Bernardini

23 maggio 2013