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il past. Nikolaus Schneider

Incontrare il presidente delle Chiese evangeliche tedesche (EKD) è sempre impegnativo, non solo perché rappresenta un po’ meno della metà dei cristiani di quel Paese, non solo perché rappresenta un insieme di chiese tra le più forti del mondo in termini numerici, di elaborazione teologica e di risorse economiche, ma anche perché rappresenta quella terra della Riforma da cui è nato Lutero e si è sviluppato il più grande movimento di rinnovamento cristiano della storia. È proprio quest’ultimo motivo che ha portato recentemente a Roma il pastore Nikolaus Schneider, che tra l’altro è anche un amico di lunga data dei valdesi.

Nel 2017 si celebrerà il 500° anniversario della Riforma (il 31 ottobre del 1517 Lutero affiggeva le sue “95 tesi contro le indulgenze” sul portone della chiesa di Wittemberg) e gli evangelici tedeschi vogliono celebrare questo evento con una forte caratterizzazione internazionale ed ecumenica, perché la Riforma è patrimonio di tutti i cristiani (richiamo alla centralità di Cristo e al fondamento biblico della fede) e anche della moderna cultura occidentale, che da essa ha tratto valori e ispirazione.

Schneider è venuto a Roma per questo: per chiedere alla Chiesa cattolica romana di partecipare nelle forme che si dovranno concordare (e per questo ha incontrato papa Francesco, il cardinale Kurt Koch, presidente del pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, e l'arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede), e per chiedere alle chiese evangeliche italiane di fare altrettanto (con me erano presenti anche il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia-CELI, Holger Milkau, e i professori della Facoltà valdese di teologia, Daniele Garrone e Fulvio Ferrario).

Per questo ho iniziato dicendo che è sempre impegnativo incontrare il presidente dell’EKD. Non che in Italia non avessimo già pensato alla ricorrenza dei 500 anni della Riforma e iniziato a programmare una serie di iniziative a vari livelli. Ma il presidente Schneider ci ha posto con forza e urgenza la necessità che questa sia una celebrazione ecumenica e missionaria, che poi è il cuore della Riforma stessa. Lutero voleva certamente riformare la chiesa cristiana d’Occidente, ma come conseguenza della riscoperta della centralità della grazia di Dio in Gesù Cristo per ogni uomo e per ogni donna di questo mondo. Voleva dunque una rigenerazione della fede e delle coscienze, e quindi della chiesa e della società.

Cercheremo perciò di fare del nostro meglio per ricordare i 500 anni della Riforma non con animo egoistico e orgoglioso ma umile e aperto. Sperando che la grazia di Dio rigeneri il nostro spirito e rinvigorisca la nostra comune testimonianza cristiana.

Eugenio Bernardini

11 aprile 2013