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La Chiesa protestante unita del Belgio, riunitasi lo scorso 13 giugno in un’assemblea sinodale straordinaria, ha deciso di accettare la candidatura di pastori omosessuali, in quanto ritiene, come dichiara il pastore Steven H. Fuite, presidente del Sinodo, nel comunicato stampa diffuso sul sito internet della Chiesa, «l’omosessualità non costituisce un criterio che permetta di escludere candidati al ministero pastorale».

La decisione è giunta al termine di una discussione guidata da un gruppo di lavoro appositamente creato, in cui erano rappresentate tutte le circa centodieci chiese locali che ne fanno parte. Tale gruppo di lavoro ha redatto un testo articolato, che è stato poi inviato a tutte le comunità per essere discusso prima al loro interno, quindi a livello regionale, e infine nell’assemblea nazionale.

L’assemblea sinodale è la massima autorità della Chiesa protestante unita del Belgio, analogamente a quanto avviene per la Chiesa valdese, ma la sua struttura democratica fa sì che questa decisione presa dal Sinodo nazionale non sia vincolante, in quanto ogni chiesa locale resterà libera di scegliere il proprio pastore, così come ha la possibilità, già da alcuni anni, di scegliere se celebrare o meno la benedizione delle coppie dello stesso sesso. «Nessuno è obbligato a fare nulla», spiega ancora il pastore Fuite, ma «sono sempre il dibattito, il dialogo e il contraddittorio a fare vivere la Chiesa protestante che, questa volta, è arrivata anche a prendere una decisione chiara, in piena serenità e nel rispetto reciproco delle differenze di opinione su un tema sensibile, sul quale i pareri sono fortemente divergenti, all’interno della Chiesa».

16 giugno 2015