I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

inaugurazione a Firenze del progetto denominato 'Tre cuori in affitto'

La palazzina di due piani si trova in un quartiere tranquillo di Firenze, vicino allo stadio comunale. Ospita due progetti innovativi promossi dalla diaconia valdese fiorentina e da un consorzio di tre cooperative evangeliche. Il primo progetto è “Tre cuori in affitto”: una “palestra per l’autonomia abitativa” di persone “diversamente abili” (che fino a oggi hanno usufruito solo dei servizi diurni pubblici), affinché acquistino fiducia, capacità e autonomia nelle piccole (ma per loro grandi) cose quotidiane (vestirsi, lavarsi, fare la spesa e cucinare, tenere pulito l’ambiente in cui si vive) attraverso brevi ma ripetuti periodi di residenzialità in piccoli gruppi di cinque persone, seguiti a turno da educatrici professionali e volontari. Il secondo progetto, la “Casa del melograno”, offre una residenza temporanea a otto detenuti a turno, scelti dal tribunale di sorveglianza tra coloro che possono trascorre gli ultimi 18 mesi fuori dal carcere, pur con prescrizioni restrittive varie. Un progetto che potrebbe ulteriormente svilupparsi ricavando anche degli spazi dove detenuti in permesso per 24 o 48 ore possano incontrare le loro famiglie.

Visito gli ambienti, li trovo sobriamente caldi, comunitari ma con spazi personali adeguati, lontanissimi dalla quotidianità tipica del carcere o delle comunità psicoterapeutiche. Il piccolo giardino, quando arriverà la bella stagione, sarà l’occasione per far interagire gli ospiti di questa casa molto speciale. Le responsabili dei due progetti, le educatrici (uso il femminile perché le donne sono in decisa maggioranza!) e i responsabili del Consorzio delle tre cooperative evangeliche raccontano del lungo periodo di gestazione dei progetti, della ricerca delle autorizzazioni istituzionali e dei contributi finanziari (quello dell’Otto per mille valdesi-metodisti sono stati determinanti).
inaugurazione a Firenze del progetto denominato 'Tre cuori in affitto'Spiegano il ritardo con cui sta partendo il progetto di ospitalità dei detenuti a fine pena (al momento c’è solo un ospite degli otto previsti a causa di “problemi tecnici” del tribunale di sorveglianza di Firenze), ma soprattutto raccontano dell’altra comunità, della gioia dei ragazzi e ragazze “diversamente abili” nello scoprire le loro impreviste “abilità” nella “palestra abitativa” predisposta per loro, e della commozione dei genitori nel vedere quei loro figli e figlie fare cose che a casa non fanno, forse perché troppo “protetti” dalla cura genitoriale.

Racconti che ritornano poco dopo, nella sala affollata della Chiesa valdese in cui viene presentata la realizzazione di questo progetto: dopo il bel video che ne racconta la genesi e i primi mesi di attività, arrivano le testimonianza dei protagonisti e protagoniste e dei loro genitori: “Grazie, grazie per quello che fate. Continuate ad aiutarci”, ci dicono questi ultimi. E ancora: “Abbiamo capito che dobbiamo dare fiducia ai nostri figli, preoccuparci più del loro presente che del loro futuro, quando noi non ci saremo più. Dobbiamo aiutarli a diventare più autonomi, anche se abbiamo sempre paura che si facciano male”. Nei loro volti, nelle loro emozioni, leggo la fatica quotidiana e le ansie della loro attenzione di genitori verso figli e figlie che vanno costantemente seguiti e accuditi. E la loro necessità di essere aiutati da tutti, dalle istituzioni ma anche da piccoli progetti come questo.

Eugenio Bernardini

14 gennaio 2014