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di Emanuele Fiume

Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in Cristo Gesù. Certa è questa affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo.

“La grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in Cristo Gesù”. Questo manifesto della fede dell’apostolo Paolo è l’incrocio della strada della sua vita. Da questo dipende non la vita dell’apostolo, ma di tutti i credenti.

L’apostolo riconosce nella misericordia che gli è stata fatta il cambiamento della sua vita. Ma in che modo? Questo Vangelo è applicato per la salvezza dei peccatori di cui – scrive l’apostolo Paolo – io sono il primo. Attenzione: non dice “io ero il primo”, ma “io sono il primo”. Cioè l’apostolo continua a sentirsi il primo dei peccatori, anche dopo la sua conversione. Non sbarra una data sul calendario dicendo: “Fin qui peccato; da qui in poi santità”. Ogni giorno Paolo è il primo dei peccatori, da salvare e da convertire.

Ma qual è il peccato che Paolo commette? Era stato un religioso zelante e irreprensibile. E il suo peccato era questo. Se il peccato fosse odiare apertamente Dio, sarebbe assai meno frequente. Chi è che odia apertamente Dio? Invece il peccato, soprattutto il peccato dei ferventi non è odiare Dio, ma pensare di fare meglio di lui. Dalle grandi tragedie dell’umanità fino ai piccoli fallimenti personali il peccato non è fare contro Dio, ma voler fare meglio di lui. L’atteggiamento del bambino che vuole fare meglio dei genitori e poi combina disastri; più in generale il credersi saggi, il reputare la propria parola più efficace della parola di Dio, il ritenere i propri pensieri più profondi dei pensieri del Signore. “Il Vangelo dice… ma io dico…” Tutto questo è il peccato. Concretamente, Gesù ci chiama a una vita semplice, pacifica e serena e noi invece ce la complichiamo, rovinando il bene cercando di fare meglio. E questo avviene ogni giorno della nostra vita.

Per questo l’apostolo scrive: “Io sono il primo dei peccatori”. Davanti a Dio, ogni credente non è, ogni giorno, il primo degli zelanti, ma il primo dei peccatori, cui Dio rinnova ogni giorno il perdono e la fiducia.