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  • Ospedali multireligiosi

    Torino, Roma, Ferrara, Milano: sta accadendo qualcosa di nuovo negli ospedali pubblici di queste città, e probabilmente di molte altre nel prossimo futuro. Ci si è accorti che molti pazienti non sono cattolici, o non sono neanche cristiani e che ormai provengono dai quattro angoli del mondo. Perciò, grazie al cammino ecumenico fin qui percorso e grazie alla sensibilità di alcuni amministratori pubblici, incominciano a nascere Protocolli d’intesa tra ospedali e rappresentanti delle varie comunità religiose che riconoscono e regolano la cura spirituale per tutti, a titolo gratuito però, precisano questi protocolli. La differenza col cappellano cattolico resta (lui è a pieno tempo, retribuito dal sistema sanitario, con tanto di cappella interna all’ospedale), ma il cambiamento è iniziato.

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  • Credere è comunicare

    Come chiese di minoranza in un paese di tradizione cattolica e tendenzialmente conservatore, abbiamo sempre avvertito la necessità di comunicare: per divulgare la buona notizia della grazia di Dio in Gesù Cristo, per conservare ma anche crescere nella nostra identità, per rimanere aperti all’Europa e al mondo in un Paese che ci ha sempre voluto rinchiudere: nell’eresia, nell’esilio, nel ghetto, nell’indifferenza, insomma nel silenzio. Abbiamo lottato per il diritto alla parola, abbiamo investito del nostro per stampare e divulgare prima la Bibbia e poi anche libri e giornali, per istruire e educare. La parola rende liberi – abbiamo sempre affermato – la parola di Dio prima di tutto, ma anche quella degli esseri umani.

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  • La nostra responsabilità pubblica

    Uno dei compiti affidati alla Tavola valdese, e quindi al moderatore, è quello di rappresentare le chiese e gli enti metodisti e valdesi presso i vari organi dello Stato, cioè quelle "autorità civili" di cui parla l’art. 3 dello Statuto della Tavola. Nei miei primi quattro mesi di moderatura ho avuto occasione di compiere questa rappresentanza nei confronti dei vertici del Ministero dei Beni Culturali, del Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio di Ministri, constatando sempre un grande rispetto per le posizioni delle nostre chiese.

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  • Gli ospedali valdesi del Piemonte

    Nel 2004 gli ospedali valdesi di Torino, Torre Pellice e Pomaretto furono ceduti alla Regione Piemonte che si impegnò a valorizzarli riconoscendo il carattere particolare della loro storia e identità e della cultura sanitaria che vi si è espressa, sempre attenta alla professionalità medica ma anche alla dignità della persona umana. Anche per questo hanno continuato a mantenere la denominazione “valdese” e a svolgere quel servizio sanitario pubblico, e non privato, che è stato lo scopo della loro missione a favore di chi soffre e ha bisogno di cure e sostegno a prescindere dalle proprie capacità economiche.

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  • Il Servizio Cristiano di Riesi

    Dal 1961, il Servizio Cristiano di Riesi, nella provincia di Caltanisetta, pur negli evidenti cambiamenti di un cinquantennio di storia, continua a svolgere la missione per cui fu creato su iniziativa del pastore valdese Tullio Vinay e di un piccolo gruppo di protestanti italiani ed europei: istruzione (con la scuola dell’infanzia ed elementare, un tempo anche con una scuola per periti meccanici), lavoro (oggi limitato all’agricoltura biologica, ieri anche con una piccola fabbrica meccanica), inclusione sociale (con un servizio sociale che si estende a tutto il paese).

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