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a cura di Luca Maria Negro

Continuano a crescere le firme a favore delle chiese metodiste e valdesi. A pochi giorni dall'uscita dei dati relativi al 2011, che indicano un aumento del 7,4%, e in attesa dei dati relativi alle domande di finanziamento  ricevute alla fine del 2013 (che saranno presto on line), sono numerosi gli interrogativi rispetto alle prospettive future dell'otto per mille. Il direttore di "Riforma", Luca Maria Negro, ne parla con il moderatore Eugenio Bernardini in un'intervista pubblicata sul n. 26 del settimanale.

Progetti otto per mille valdese

- L’Agenzia delle entrate ha appena comunicato i dati relativi alle scelte espresse dai contribuenti per le dichiarazione del 2011: si è passati da 570.297 firme dell’anno precedente a 613.002 firme, con un incremento del 7,4%. La crescita delle firme a favore delle chiese metodiste e valdesi continua…
«Sì, in modo ininterrotto. Siamo passati dal 3,08% dello scorso anno al 3,23% delle scelte espresse. Sono sempre piccoli numeri, però grandi rispetto alla nostra realtà, perché 613.000 contribuenti che decidono di scegliere l’Unione delle chiese metodiste e valdesi è un numero larghissimamente superiore a quello dei nostri membri di chiesa e simpatizzanti. Un trend che a nostro avviso è in crescita per il modo con cui utilizziamo queste somme e anche per come le rendicontiamo in modo pubblico».

– Nelle nostre chiese c’è chi esprime preoccupazione per questo aumento: c’è il rischio, si sente dire, che la chiesa si trasformi in una grande organizzazione non governativa…
«Va detto che da quest’anno abbiamo incominciato una serie di incontri sul territorio tra le nostre chiese locali e le associazioni che sono state nostre partner nella gestione di progetti sostenuti con i fondi opm. Abbiamo avuto incontri in Piemonte, nel Lazio e prossimamente anche in Campania. Questo ci ha consentito di mostrare il nostro volto di comunità cristiana, aperta nei confronti del territorio e delle associazioni che su di esso agiscono, chiarendo che non siamo soltanto un’agenzia umanitaria o di donazioni ma siamo una chiesa ha preso una decisione sull’utilizzo di questi soldi pubblici a favore della collettività. In questi incontri ci siamo resi conto che la preoccupazione, che certamente ci può essere, di fatto si trasforma in una grande opportunità per conoscere l’identità dei valdesi e dei metodisti, per entrare in contatto con noi - Progetti otto per mille valdesesia fisicamente che anche attraverso i nostri strumenti di comunicazione, che in questo momento stiamo cercando di rendere sempre più efficaci, in particolare il sito web ottopermillevaldese.org».

– A proposito del sito, ci sono alcune novità.
«Tradizionalmente noi mettevamo sul sito informazioni sintetiche su alcuni progetti particolarmente significativi che abbiamo finanziato in Italia e all’estero; ora abbiamo cominciato anche un approfondimento su alcuni progetti particolarmente importanti. In questo momento ci sono due ampi reportage, realizzati con la collaborazione di Radio Beckwith Evangelica, che propongono immagini, video, fotografie, informazioni dettagliate e cifre. Il primo riguarda il progetto di aiuto di emergenza ai rifugiati della guerra civile in Siria, con interventi che sono stati fatti direttamente in Siria tra le popolazioni civili che si sono dovute spostare dai loro luoghi di origine, e anche in Libano e Giordania. Un reportage che colpisce molto, anche emotivamente. Il secondo servizio riguarda una serie di interventi nell’area napoletana, soprattutto a livello di iniziative di animazione e educazione delle fasce più giovani dei quartieri più disagiati del capoluogo campano. Sono due esempi che fanno comprendere meglio come gli interventi che facciamo non sono di superficie ma incidono realmente nei bisogni reali e diretti di tanta parte degli abitanti di queste zone».

– Nei giorni scorsi si è riunita l’apposita commissione opm per valutare le domande di finanziamento ricevute nel 2013. Quali orientamenti sono stati presi?
«Per selezionare la distribuzione delle somme che riceviamo dallo Stato noi abbiamo una procedura molto partecipativa. C’è ogni anno una specie di «bando pubblico», con una scadenza (attualmente il 30 novembre di ogni anno) entro la quale l’ufficio opm deve ricevere i progetti, elaborati secondo una modulistica che è possibile trovare sul sito www.ottopermillevaldese.org. Dopodiché inizia tutta la parte di verifica formale dell’ammissibilità dei progetti, il loro riordino, la loro diversificazione per area geografica, per settore di attività, la ripartizione tra Italia e estero. Progetti otto per mille valdeseA questo punto inizia l’esame che viene condotto dalla Tavola valdese con l’ausilio di un’apposita commissione che esamina nel merito tutti i progetti ricevuti. Avviene poi la ripartizione di questa cifra che viene presentata in agosto al Sinodo annuale delle nostre chiese, e nel mese di settembre si comunica a tutti coloro che hanno presentato le domande l’esito di questo iter. È una procedura che richiede parecchio tempo – teniamo presente che quest’anno abbiamo ricevuto oltre duemila richieste di finanziamento – l’anno scorso ne abbiamo alla fine finanziati 912, di cui 512 in Italia e 400 all’estero. Si tratta di un lavoro molto grande che viene svolto in maniera partecipata e con una procedura molto trasparente di cui rendiamo conto come esito sul sito web. Tra una settimana circa avremo on-line i dati relativi alle domande ricevute a fine 2013».

– Che cosa si può anticipare sul lavoro svolto dalla commissione?
«Quest’anno abbiamo da ripartire una somma intorno ai 40 milioni di euro, poco meno, dedotte le spese che abbiamo da sostenere per l’amministrazione, la comunicazione e la gestione di questi progetti. Saranno quindi un po’ meno di venti milioni per progetti in Italia e altrettanti per progetti all’estero. Progetti otto per mille valdeseImmaginiamo che se l’anno scorso alla fine i progetti approvati sono stati 912, quest’anno probabilmente saranno ancora di più. In questo momento l’esame è ancora in corso; l’iter termina alla fine di agosto, quindi numeri più precisi di questi non ne possiamo dire. Ma quello che vorrei dire è che si tratta di qualcosa di unico in Italia, perché utilizzare, distribuire e soprattutto rendere conto dell’utilizzo dettagliato fino all’ultimo euro di denari che provengono dalle tasse dei cittadini purtroppo non è un’esperienza diffusa. Una delle battaglie culturali che stiamo facendo in questi anni è chiedere a tutti – a coloro che percepiscono l’otto per mille ma anche allo Stato – di essere trasparenti, chiari e dettagliati su queste somme, senza trincerarsi dietro giustificazioni per noi prive di senso come per esempio la riservatezza dei dati. Si tratta di tasse dei cittadini e i cittadini devono avere tutte le informazioni su come vengono utilizzati».

– Questa è un po’ la filosofia dell’otto per mille «alla valdese e metodista»…
«Sì, è l’idea che una casa pubblica deve essere trasparente; le chiese in questo dovrebbero essere esemplari, perché quando si tratta di amministrare risorse di tutti, la riservatezza non è giustificabile. Altra cosa è garantire la riservatezza su questioni personali, di fede, di coscienza: ma in questo caso non c’entra. Fa parte di una cultura del controllo diffuso, della partecipazione, che nelle nostre chiese esiste e che vorremmo più presente anche nella società italiana a tutti i livelli».

Tratto da Riforma del 4 luglio 2014