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di Sara Tourn

Iniziano martedì 25 novembre, giornata internazionale dell’ONU contro la violenza sulle donne, i “16 giorni per vincere la violenza” della Federazione donne evangeliche in Italia (FDEI). Una campagna che da alcuni anni mette in atto iniziative di vario genere e che quest’anno ha il supporto del “Quaderno” prodotto dalla Federazione. Nei suoi “Quaderni” la FDEI pubblica di norma gli atti dei convegni nazionali e regionali e dei campi studi estivi. In quest’ultimo sono state raccolte sedici storie, una per ogni giorno della manifestazione, provenienti da diversi Paesi del mondo: Italia, ma anche Messico, Birmania, Siria, Gaza, Nigeria, Ucraina, Palestina, Egitto. 16 brevi spaccati di vita in cui offesa, umiliazione, tortura, brutali tattiche di guerra, psicosi, si intrecciano descrivendo un quadro mostruoso.

Ma non possiamo soltanto parlare di donne uccise e vittime, si sono dette le donne della FDEI quando, all’inizio di ottobre, si sono incontrate per impostare questo quaderno. Bisogna anche parlare di quelle che reagiscono e riescono a cambiare la situazione intorno a loro. Quelle narrate sono «storie di sofferenza, ma anche di forza, di iniziativa, di coraggio. Le donne pensano, decidono, si mettono in marcia». Era importante quindi fornire un messaggio positivo, ma anche operativo.
Per questo, scrive la presidente della Federazione, Gianna Urizio, nel documento di presentazione del quaderno, quello «che presentiamo alle donne e agli uomini delle nostre chiese evangeliche, ma anche ad amiche ed amici e a coloro che nella fede in Gesù Cristo trovano la forza e il desiderio di cambiare» contiene anche una frase di dichiarazioni internazionali, una lettura e riflessione biblica, completate da una preghiera e un’azione positiva. Tutto ciò vuole essere solo uno stimolo per una riflessione che ogni comunità e ogni gruppo di donne e uomini possono poi svolgere liberamente».
Il tutto completato da una serie di materiali di approfondimento, libri, siti internet e film, per iniziare e approfondire la riflessione.

L’«azione positiva» va dall’adesione all’iniziativa “Posto occupato”, alla creazione di sportelli antiviolenza, al compiere piccoli quotidiani gesti di gentilezza verso chi ci circonda, all’offrire il proprio aiuto a chi ne ha bisogno, al discutere insieme, uomini e donne, per favorire lo sviluppo di una mentalità diversa, meno prevaricatrice.

23 novembre 2014