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  • Matteo 21, 9

    di Paolo Ribet

    «Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: “Osanna al Figlio di Davide!...”»
    C’è un fatto che mi ha sempre colpito, nella narrazione della “settimana santa”: l’evangelo di Matteo ci dice che, quando Gesù entrò a Gerusalemme, “la folla” lo osannava. Però, qualche capitolo più tardi, lo stesso Matteo afferma (27,20) che i sacerdoti e gli anziani persuasero “la folla” a richiedere la liberazione di Barabba e a far morire Gesù, per cui, alla richiesta di Pilato, tutti gridavano «sia crocifisso!».

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  • Efesini 4, 26

    di Paolo Ribet

    «Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sulla vostra ira
    Nel contesto storico attuale, di fronte all’esplosione di violenza (fisica e verbale) in ogni parte del mondo c’è chi chiede a gran voce che alla violenza si risponda con una violenza maggiore, tanto che viene da domandarsi se abbia ancora senso fermarsi sul concetto di amore – che pure è centrale nel Nuovo Testamento. Molti sono quelli che invocano la distruzione fisica dei combattenti dell’Isis e dei terroristi che possono infiltrarsi in qualunque momento, in qualunque luogo.

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  • Efesini 5, 2

    di Paolo Ribet

    «Camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati
    Nota Paolo Ricca che oggi le chiese guardano molto alla “confessione di fede” e che colui che aderisce ad una chiesa viene definito un “credente”, mentre forse sarebbe più corretto definirlo un “amante”. Se le chiese, conclude Ricca, avessero saputo e voluto affiancare alla loro “confessione di fede” una “confessione di amore” e una “confessione di speranza”, la storia sarebbe stata sicuramente diversa. Queste osservazioni, benché siano volutamente provocatorie, vanno prese molto sul serio.

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  • Geremia 2, 13

    di Paolo Ribet

    «Il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua
    Il profeta Geremia usa una immagine molto efficace, che sarà utilizzata anche da Gesù: Israele ha lasciato Dio, la fonte di acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate, che non tengono l’acqua. Egli ci invita dunque a lasciare la religiosità stantia per la freschezza della fede animata dallo Spirito. Siamo chiamati a vivere l’evangelo della grazia di Dio, diventando testimoni e portatori nel mondo in cui siamo immersi di quell’amore che in Cristo abbiamo ricevuto abbondantemente.

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  • II Corinzi 3, 17

    di Paolo Ribet

    «Dov’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà».
    Più ci penso e più me ne convinco: la ricorrenza del XVII Febbraio non può esse considerata semplicemente la “festa dei Valdesi” o degli Evangelici italiani. Certo, il 17 Febbraio del 1848 il re Carlo Alberto ha firmato le Lettere Patenti con cui venivano concessi i diritti civili ai Valdesi (e, qualche tempo dopo, anche agli Ebrei). Ma il valore di quell’atto va al di là delle sole vicende valdesi e riguarda l’Italia intera. Infatti, quando un popolo impone ad una sua componente minoritaria dei limiti, delle restrizioni alla libertà e chiude i cancelli dei ghetti (di qualunque tipo essi siano: fisici, morali o legali), chiude di fatto se stesso in una gabbia fatta di paure, di preconcetti, di oscurantismi e di violenza.

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