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  • Giovanni 8,10-11

    di Erika Tomassone

    «Gesù alzatosi e non vedendo altri che la donna le disse: "Neppure io ti condanno. Va e non peccare più."»
    Una donna, grazie all'abilità di Gesù, scampa ad una condanna per lapidazione. I guardiani della Legge ebraica che l'hanno usata come un caso da discutere per poter incastrare e condannare Gesù come trasgressore di quella stessa legge, hanno lasciato il campo. Gesù, a rischio di condanna. Fino a quel momento è rimasto chino a terra, a tracciare sulla terra segni misteriosi. Non ha voluto mettersi sullo stesso piano degli accusatori, ha rinunciato ad ogni atteggiamento di sfida. La misericordia scrive sulla morbida terra, il contrario della durezza dello spirito di condanna.

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  • Genesi 8,12

    di Erika Tomassone

    «Noè aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa non tornò più da lui»
    La storia di Noè, storia di scomparsa e sopravvivenza, è diventata simbolo di eventi storici e personali in cui si rischia di venir sommersi e annientati, in cui però qualcuno scampa, fosse la shoah, la catastrofe nucleare o una malattia potenzialmente mortale. Noè, una figura di scampato e sopravvissuto. Eccolo alla fine delle piogge, a scrutare la sua possibilità di vita oltre la catastrofe. Che c'è là fuori? C'è una vita possibile oltre la distesa delle acque portatrici di morte?

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  • Figure di Natale: Giovanni Battista

    di Klaus Langeneck

    «"Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa. Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca."» Giovanni 3,29-30 (Giovanni 3,22 – 30)
    Beato chi ha un amico di questo genere! Un amico che si rallegra della fortuna dell'altro, che guarda senza invidia la felicità dell'altro, anzi, considera il bene e il successo dell'altro più importante del proprio avvenire. Sono rari amici di questo genere.

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  • Figure di Natale: Il dodicenne

    di Klaus Langeneck

    «Ed egli disse loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?"» Luca 2,49 (Luca 2,41 - 52)
    Fa male ricevere una risposta di questo genere da un figlio. Fa male accorgerci che ormai è cresciuto e ha cominciato ad avere una vita sua, di cui noi genitori non facciamo parte. Dodici anni. Per noi oggi i nostri figli e le nostre figlie a dodici anni sono ancora piccoli; nel passato, a dodici anni, l'infanzia era finita, i ragazzi cominciavano ad essere considerati adulti, forza lavoro, risorsa per l'economia della famiglia.

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  • Figure di Natale: Simeone

    di Klaus Langeneck

    «"Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele."» Luca 2, 29-32 (Luca 2, 25-35)
    Noi vogliamo vedere come finiscono le cose. Quante cose sono iniziate bene e finite male o rimaste senza conclusione. Simeone si accontenta di vedere l'inizio. Con gli occhi resi acuti dalla lunga attesa vede nel neonato che i giovani genitori hanno portato nel tempio per adempiere quanto prescritto dalla legge per il loro primogenito, tutto il progetto di salvezza di Dio. Visto che si tratta del progetto di Dio, basta vedere il lungamente atteso inizio, per essere certi che arriverà a compimento. Nell'inizio è già contenuto il compimento.

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