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di Daniela Di Carlo

Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore.  


Siamo in Inghilterra all'inizio del '900 dove troviamo Anna che vive grazie alla generosità della cognata. Anna soffre per questa terribile situazione che la vede dipendente e debitrice verso una donna superficiale che non riesce a stimare e nel giro di qualche giorno si ritrova a vivere in Germania dove può disporre di una magnifica villa, una grande tenuta che le garantisce una buona rendita e la sua indipendenza. Anna si sente graziata e decide di far visita al pastore luterano della chiesa locale per chiedergli di aiutarla a trovare dodici donne per bene, disgraziate, cadute in miseria che lei possa soccorrere e rendere felici. Intanto Anna prepara la casa ed accoglie le prime prescelte. I pomeriggi che prevedeva di poter passare con le sue sorelle in salotto a ricamare o leggere diventano momenti pieni di tensioni dai quali tutte scappano e i pasti si rivelano tempo di lite invece che amabile convivialità. Anna si rende conto che è impossibile, veramente impossibile fare la felicità di qualcuno e che la natura umana è incline, direbbe Paolo, allo spirito del mondo.

Il suo progetto fallisce, era un progetto generoso, di tutto rispetto, incapace però di reggere il peso della realtà. Anche noi, come chiese a volte falliamo. Anche Paolo ha fallito in più di un'occasione. Perché lui era, come lo siamo noi, fragile, pieno di “timore e gran tremore”. Eppure Paolo non si è mai arreso perché sapeva che dietro di lui e dietro il suo lavoro c'erano lo spirito e la potenza di Dio. Come Anna e come Paolo possiamo procedere per tentativi, senza darci per vinti, ricordandoci sempre che sullo sfondo delle nostre esistenze, rimane l'investitura di cui parla Paolo, quella ricevuta attraverso lo Spirito santo che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate e che sono abbondanti e meravigliose. Che lo Spirito Santo abbracci tutta l’umanità e che per tutte/i sia possibile vivere profondamente nella fede.

(Elizabeth Von Arnim dal titolo “Il circolo delle ingrate”)