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di Giuseppina Bagnato

«Non siate in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno»

Il versetto di Matteo 6 si colloca all’interno di una serie di riflessioni che Gesù condivide con quanti sono attorno a lui: una folla è giunta da ogni luogo, molti di loro, malati nel corpo o nella mente, volgono lo sguardo verso un monte, un’altura da cui Gesù rivolge parole che scuotono: “Il tempo è vicino” .

Pochi versi dopo queste emozioni si concretizzano in una domanda: “Chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?” (verso 27). Il Figlio di Dio canalizza altrove la nostra attenzione: verso una vita che ha maggiore valore se inserita fra gli equilibri perfetti del Creato le cui leggi valorizzano e pongono al centro una collettività diversa e intrinsecamente collegata. Se Dio si prende cura dei minimi, come gli uccelli del cielo o i gigli, tanto più noi figli e figlie del Re dei Cieli non verremo dimenticati.

Il vangelo di Matteo attraverso l’uso di espressioni che operano dal più grande verso il più piccolo e viceversa (Gesù dice: Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?) si pone come obbiettivo quello di manifestare l’insensatezza delle nostre preoccupazioni.

Questo breve racconto è stato in grado di fissare nella mente delle generazioni l’importanza di riservare al tempo uno spazio per una vita impegnata nelle sfere più significative ponendo l’accento sulla fiducia in Dio. Le parole di Gesù ci permettono di fissare il loro sguardo su un orizzonte più ampio: Dio darà a noi ciò di cui necessitiamo poiché l’impegno richiesto nel mondo sarà grande. Infatti, come
il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più” (versi 31 e 32).

Queste immagini ci parlano del Dio vicino verso cui le nostre vite dovrebbero convergere e ci investono della responsabilità verso le generazioni future e il Creato. Non è un caso che queste parole siano state sempre di più comprese nei momenti di difficoltà, di miseria, di guerra, di malattia, quando la solidarietà e l’impegno collettivo divengono l’unica strada per la sopravvivenza e il governo umano appare in tutta la sua disperante desolazione.

Quando sappiamo che sempre ci saranno dei momenti di affanno e preoccupazioni autentiche, basti a ciascun giorno il suo affanno, i discepoli e le discepole di Cristo vivono nella certezza della cura e della vicinanza di Dio. Nella speranza di rinascita e cambiamento.