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di Pawel Gajewski

«Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro»

Il termine misericordia è uno dei concetti principali dell’intero messaggio biblico. L’Antico Testamento per esprimerlo usa la parola hesed che ha le sue radici nell'alleanza tra due parti e nella conseguente solidarietà di una parte verso quella in difficoltà. Nel Nuovo Testamento la misericordia ha un diverso significato e si usano varie parole per definirla. Nel nostro versetto è usato l’aggettivo oiktirmòs che indica il sentimento di compassione di fronte alle sventure del prossimo che si traduce in una forma di imperativo morale.

Nella cultura occidentale odierna l’uso del modo imperativo dei verbi non è molto popolare, anche se nei mesi scorsi il linguaggio ufficiale è stato piuttosto perentorio in merito alle regole anti-Covid. Allora anche l’esortazione di Gesù “Siate misericordiosi” va presa alla stessa stregua dei decreti governativi? No, di certo. Un sentimento positivo, un atteggiamento virtuoso non possono essere imposti. Si può imporre l’uso della mascherina ma non si può imporre né instillare la compassione e il desiderio di proteggere l’altro. L’amore deve volere il bene dell’altro indipendentemente da ciò che l’altro fa o conta per me.

Gesù non impone una nuova norma morale ma annuncia una buona notizia. E la buona notizia è proprio questa che il Padre delle compassioni (2 Corinzi 1,3) assume su di Sé tutte le nostre sventure. Egli viene in soccorso alla nostra debolezza, ai nostri dubbi, alle nostre ansie. La congiunzione “come” non ci propone un ideale irraggiungibile bensì ci mette di fronte alla sorgente di ogni misericordia.