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di Mauro Pons

«L’angelo disse: “Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande allegrezza, che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”»

L’annuncio della nascita di Gesù è rivolto ai pastori di greggi nel vangelo di Luca. Se si volesse pensare a un colore che domina la scena, questo colore sarebbe sicuramente il nero: è nel buio nero, che il messaggero di Dio parla ai pastori, radunati a sorvegliare i propri greggi. Nel buio, una voce annuncia la nascita di un Salvatore, e lo presenta come il Signore delle vite di quegli uomini, come il Cristo, cioè il Messia, di cui avevano parlato tutte le profezie degli antichi profeti. Ciò che è stato atteso, ricordato nella riproposizione delle promesse, ora, è stato realizzato in loro favore. Una notizia di questo tipo, attesa per un tempo così lungo, che nessuno ormai più ci credeva, adesso può provocare una “gioia”, una “allegrezza”, che libera i pastori da ogni forma di timore, di paura, di ansia, per il loro presente e, tanto più, per il futuro che li attende.

Questo è lo spirito, con il quale, anche noi, possiamo vivere l’annuncio che conclude il periodo dell’avvento: Cristo è nato! Per noi credenti, questo titolo messianico rimanda certamente alle storie e alla vicenda umana di Gesù di Nazaret, ma queste stanno sullo sfondo di un tempo, quello della nostra salvezza personale dalla schiavitù del peccato e della morte, che è già presente, che viviamo già ora, quello della risurrezione, della vittoria finale su ciò che più temiamo e che Dio ha già vinto per noi in Cristo. Per questo non abbiamo timore, ma solo gioia per il futuro che Dio prepara per noi.