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di Ruggero Marchetti

«La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare. Questa è opera del Signore, è cosa meravigliosa agli occhi nostri» 

Un cristiano o una cristiana che leggono questi due versetti del Salmo 118 non possono non pensare a Gesù. Lui, l’uomo della croce, è diventato la pietra angolare! Certo, per rendersene conto veramente, ci vuole uno sguardo particolare, che sappia attraversare il buio delle vicende umane e scrutare l’avvenire. Perché se guardiamo al passato o al presente, lo spirito del mondo rimane sempre quello, dominato dal potere del denaro e dalla brama del dominio e del potere. 

Ma l’immagine plasmata dal salmista, e l’affermazione che la sua non è solo un’immagine, è invece piuttosto la descrizione della meravigliosa opera che il Signore ha compiuto per noi, chinandosi su noi ed entrando nella storia… questo è come una scossa, una sorta di fremito che “terremota” tutto; che ci dice che questo mondo così come è non durerà per sempre: già vibra, si fa instabile, e un giorno finirà, un giorno passerà. 

Già comincia a passare da ben duemila anni. Gesù è venuto, e con la sua presenza ha scosso il mondo e ciò che fonda il mondo, che gli dà consistenza. 

Napoleone Bonaparte diceva che per vincere le guerre occorrevano tre cose: “Argent, argent, argent”… “Denaro, denaro, denaro”. 

Ma ben prima di lui, ben al disopra di tutti i grandi e piccoli condottieri della storia, a Betlemme gli angeli hanno cantato: “Pace in terra agli uomini che Dio gradisce”, e da allora sappiamo che i rapporti fra i popoli non debbono più essere visti come dei rapporti di forza, che le guerre non sono inevitabili; che insomma non possiamo continuare a fare finta che quel canto degli angeli non sia mai risuonato sulla terra e nei cieli. E Gesù ha poi anche detto: “Non potete servire Dio e Mammona”. Non è il denaro che manda avanti il mondo, piuttosto lo schiavizza… Se noi serviamo Dio, se cerchiamo di fare la sua volontà seguendo le parole di Gesù, soltanto allora noi saremo liberi; perché in lui, in Gesù, viene a noi il perdono di Dio, la sua misericordia. Nessuno può più dire: “Io sono un buono a nulla”, perché ora sappiamo che nella nostra vita c’è qualcuno che non ci disprezza, ed è il Signore in persona. E se tutti ci rendiamo ben conto che dovremo morire, che un giorno il cielo, le montagne, il mare e i fiori ci saranno ancora e invece noi non ci saremo più, Gesù ci annuncia un altro fatto, anche più vero della verità stessa della morte: “Io vivo e voi vivrete!”. 

Sì, la parola di Gesù risuona ancora ed è ancora adesso il fremito che scuote il vecchio mondo e che ci fa sperare: il mondo del denaro, delle guerre... il mondo della morte passerà. Ma le sue parole, le parole di Gesù “non passeranno”!