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di Marcello Salvaggio

«Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.» (I Giovanni 3,18)

La parola “coerenza” non fa parte del lessico della Bibbia e ciononostante è un concetto fondamentale che attraversa tutta la Scrittura. Se il suo significato è quello di una continuità tra pensiero e azione, ecco che allora essa descrive in pieno l’identità di Dio. Chi è coerente per eccellenza se non Dio che compie ciò che ha promesso, che è fedele ai suoi propositi di giustizia, nonostante il peccato e la disubbidienza dell’umanità? 

Ma cosa succede se questo criterio viene applicato agli essere umani? La storia d’Israele ci dimostra quanto difficile sia stato per questo popolo rimanere coerente nell’ambito dell’alleanza stipulata da Dio e quanto invece più semplice, ma ahimè rovinoso, vivere nell’incoerenza alimentando ingiustizia sociale e idolatria.

Anche al tempo di Gesù è fondamentale che la professione di fede nel Cristo venga seguita da una scelta di vita coerente, ma il passaggio non è sempre così immediato (vedi il giovane ricco). Così come la pretesa coerenza dei farisei e degli scribi sbandierata davanti a Gesù si rivela invece spesso come ipocrisia, perché confonde la giustizia sostanziale di Dio in una giustizia puramente formale, fatta di sola osservanza.

Per cristiani della seconda e terza generazione, la coerenza diventa un fattore decisivo per la sopravvivenza e per resistere al pericolo delle eresie. Le lettere di Giovanni, così come le Pastorali (Timoteo e Tito) sono piene di raccomandazioni ed esortazioni rivolte a tutti i livelli della comunità che cercano di sostenere l’impegno dei cristiani nelle prove. Così l’amore predicato nelle comunità giovannee deve essere vissuto concretamente e veramente, cioè fino in fondo, altrimenti il rischio è la frammentazione, la dispersione, l’abbandono della fede.

Se dunque la coerenza non sembra un obiettivo di facile realizzazione nella Bibbia, essa resta comunque parte della predicazione cristiana. In tempo di campagna elettorale questa parola rischia di essere sbandierata a destra e a sinistra, ma di risultare una operazione di facciata. Il compito di tutti è di vigilare perché i buoni propositi si verifichino con i fatti e in verità.