I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

di Marco Gisola

«Gli occhi di tutti sono rivolti a te, e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano, e dai cibo a volontà a tutti i viventi

Il salmo 145 è un meraviglioso salmo di lode, che celebra la bontà e la fedeltà di Dio verso tutte le sue creature. In questi due versetti Dio viene lodato perché dona cibo a tutti i viventi. L’opera del Dio creatore non si è limitata alla creazione dell’universo, ma egli continua a donare nutrimento a tutte le sue creature attraverso il creato, la natura. Dio è il donatore, le sue creature sono coloro che ricevono. Il salmo parla di “tutti i viventi”: non soltanto gli esseri umani, ma tutte le creature sono nutrite da Dio. 

Come conciliare questa fiducia nel Dio che nutre con lo scandalo della miseria e della fame che uccidono migliaia di esseri umani ogni giorno? Responsabile di questo scandalo non è certo Dio, ma siamo noi esseri umani, che dividiamo questo dono quotidiano di Dio in modo ingiusto; scandaloso è il modo in cui funziona l’economia mondiale e la gestione delle risorse, che divide l’umanità in una parte in cui c’è da mangiare e in una (in cui vive la maggioranza degli esseri umani) in cui il cibo manca. 

È la nostra mano che si chiude davanti ai bisogni di molti, non quella di Dio. La mano di Dio rimane aperta per dare “cibo a volontà a tutti i viventi”. Dio rimane fedele alla sua creazione, che continua a sostenere. Questa fedeltà di Dio, che questo salmo celebra dal primo all’ultimo verso, ci spinge alla gratitudine verso il Dio che ci ha donato la vita e continua a mantenerla e contemporaneamente ci sostiene nel non smettere di lavorare, singoli e chiese, affinché il cibo che Dio ci dona venga condiviso davvero fra tutti i viventi e vi sia maggior giustizia nel mondo, come era nel disegno iniziale del Creatore.