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di Salvatore Ricciardi

«Pilato gli disse: Sei tu re? Gesù rispose: IO SONO RE, e per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare della verità. Pilato gli disse: Che cosa è verità?»

La "domenica delle Palme" ricorda l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, acclamato come il Messia finalmente venuto a restituire libertà e dignità al suo popolo oppresso dal giogo romano. Trionfo breve: gli umori della folla sono mutevoli, e gli "osanna", diventeranno presto dei "crocifiggilo!".

Affinché la pena capitale che gli sarà inflitta abbia una parvenza di legalità, bisogna in qualche modo processare l’imputato, ed ecco Gesù davanti al governatore Pilato, denunciato come sovvertitore dell’ordine stabilito e interessato a prendere il potere.
Gesù confessa la sua “colpa”: IO SONO re. Ma precisa quale senso e quale contenuto intende dare al suo regno: testimoniare della verità. Pilato reagisce con una domanda che non vuole risposta: che cosa è verità?

L’uno di fronte all’altro, stanno due uomini diversamente potenti: un governatore, che rappresenta l’imperatore romano, e un sedicente re, che si dice testimone della verità.
Qui è il centro del passo... e l’interrogativo della nostra vita: che cosa è verità?

L’uomo che incarna il potere umano non vuole risposta alla domanda: per lui, la verità è quella che il potere fabbrica e fa credere. L’uomo che sta davanti a lui parla dell’unica verità vera: quella che viene da Dio, e penetra fino in fondo il cuore degli esseri umani, anche di quelli che occupano posizioni di potere.
Se, andando dietro a Gesù, ci facciamo testimoni della Verità, e ci diamo da fare per smascherare le verità di comodo... che qualche volta fanno comodo anche a noi, come singoli e come chiesa, la presenza di Dio nel mondo potrà essere più avvertita, e forse accolta.