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di Michel Charbonnier

«Non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com' è scritto: "Il giusto per fede vivrà"

Questo testo ci dice che la grazia di Dio ci ha ristabilito come figli e figlie di Dio: il mio agire non serve a farmi ottenere la vita eterna, perché io sono già salvato dalla grazia di Dio, e allora la mia vita diventa quindi una risposta alla salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo. 

Questo annuncio l’abbiamo ben chiaro quando leggiamo questo testo; quello che spesso dimentichiamo, è il suo inizio: l’evangelo è l’annuncio della potenza di Dio. Ma che cos’è questa potenza di Dio? Crediamo in un Dio potente, o impotente?

Anche nella Bibbia, da una parte abbiamo le grandi affermazioni di potenza di Dio, dall’altra il Dio che sceglie di rivelarsi in Gesù, un uomo semplice, un uomo ucciso in croce come un rivoluzionario, un ribelle. Il nostro passo esprime bene questo concetto: il Dio creatore dei cieli e della terra sceglie di rivelarsi nella debolezza. Nella nostra debolezza. Noi, deboli come siamo, siamo chiamati ad essere strumenti della potenza di Dio. E suoi testimoni.

Senza delegare tutto a Dio. Perché di fronte ai terremoti, sarebbe stato bello poter vedere una immensa mano che scendeva e placava la terra, ma… di mani Dio ce ne ha date due. Ci sarebbero stati i mezzi per costruire con più criterio; le risorse il Signore ce le ha date! Il punto è che si è preferito spenderle in altro modo. Siamo sempre pronti a chiederci dov’era Dio... ma noi cristiani dov’eravamo, quando abbiamo assistito in silenzio allo sperpero delle risorse di Dio, alle ingiustizie, al malgoverno? 

Ci sono tanti terremoti quotidiani, a cui rischiamo di assistere in silenzio. Abbiamo un compito ben preciso, non trascuriamolo. Quello di incarnare, con la nostra debolezza, con le nostre parole e le nostre azioni, la potenza di Dio, per scardinare una società ingiusta e corrotta, e annunciare così, concretamente, la buona notizia del Regno di Dio.