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di Eleonora Natoli

«Nicodemo gli disse: “Come può un uomo nascere quando è già vecchio?Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?” Gesù gli rispose: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel Regno di Dio”»

Un maestro di Israele abbandona la lettura del rotolo per ricevere una nuova interpretazione della Thorà da Gesù. La sete di sapere lo spinge ad interrogare Gesù per confrontare il suo pensiero, frutto di anni di studio, con la novità che viene dalla Galilea. Nicodemo vuole conoscere, vuole capire ma senza coinvolgere l’intelligenza del cuore. E’ un intellettuale e si ferma alla mente. E’ un intellettuale e lì si ferma, al livello cognitivo, cioè a un passo dalla fede. Nicodemo vuole capire e poi credere. Questo non è possibile. Gesù gli spiega che la nuova nascita, cioè la nascita alla fede nella forza dello Spirito, avviene nel campo dell’esperienza, non in quello intellettuale. Solo chi ha avuto esperienza dell’amore rigeneratore dello Spirito, può testimoniarlo nell’annuncio della grazia di Dio. Perché prima di proclamare la propria fede è necessario farne esperienza. E questa esperienza la si può rinnovare nella preghiera dialogante con Dio. Un dialogo che ci porta in meditazione orante ai piedi della croce di Gesù, dove tutto è calma e pace, dove tutto è compiuto. Questa è l’esperienza di fede, riconoscere nel crocifisso il vero volto di Dio; nella debolezza la sua forza e il suo amore appassionato per l’umanità. Teniamo stretta a noi quest’esperienza di fede e portiamola nella concretezza delle nostre giornate. La fede non la si apprende, la fede la si vive. La fede è un dono e se l’abbiamo accolto con gioia, con gioia testimoniamolo.