I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

  • Proverbi 14,13

    di Hiltrud Stahlberger

    «Anche ridendo, il cuore può essere triste. E l’allegrezza può finire in dolore
    La prima parte del proverbio esprime un’esperienza abbastanza diffusa: c’è una differenza fra ciò che facciamo vedere agli altri e ciò che proviamo nei nostri cuori. Dio stesso guarda dietro le nostre maschere con uno sguardo comprensivo e caloroso.

    continua »

  • Proverbi 8,30

    di Hiltrud Stahlberger

    «Io ero accanto a lui come un bambino ed ero la sua gioia quotidiana; alla sua presenza mi divertivo e giocavo di continuo.»
    La Sapienza parla in prima persona e canta un inno in cui narra delle sue origini come prima creatura di Dio. Questo inno ci invita a riconoscere nel Signore un Dio "giocoso" e gioioso. Questa conoscenza si rispecchierà nelle nostre vite

    continua »

  • Proverbi 1,7

    di Hiltrud Stahlberger

    «Il timore dell’Eterno è il principio della scienza. Gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione
    Questo timore non è da intendersi come un terrore dinnanzi a una divinità potente o come lo spavento di fronte alla presenza di un Dio santo. Il timore dell’Eterno è l’atteggiamento di chi crede nel Dio Creatore dell’universo e donatore di ogni sapienza.

    continua »

  • Esodo 20,2-6

    di Lothar Vogel

    «Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me...
    C'è ancora un altro tipo di culto sbagliato e di massiccia idolatria, quella che finora abbiamo praticata e che governa nel mondo. Riguarda esclusivamente la coscienza, che ricerca aiuto, consolazione e beatitudine nelle proprie opere e vuole costringere Dio a scendere dal cielo

    continua »

  • Esodo 20,4-6 (parte seconda)

    di Lothar Vogel

    «Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire...»
    Avere un Dio non vuol dire toccarlo con le dita, afferrarlo o chiuderlo in un cassetto. Afferrare in questo caso vuol dire che il cuore si aggrappa a Lui. Essere attaccati a Lui con il cuore non è altro che fidarsi di Lui totalmente.

    continua »

Consulta le pagine