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  • Giona: 1: 14-16; 2: 1

    di Enrico Benedetto

    «Allora i marinai invocarono il Signore. Gli dissero: "Signore, per favore, fa’ in modo che non scompariamo a causa di quest’uomo, e non imputarci sangue innocente". (...) Poi gettarono Giona a mare e la tempesta si placò. (...) Allora offrirono un sacrificio al Signore. Il Signore inviò un gran pesce che inghiottì Giona, e Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.»
    I marinai pregano il Dio Sconosciuto, mostrandoci che non è necessario conoscere Dio per pregarLo, è semmai pregandoLo che lo si conosce.

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  • Giona 1: 7-12

    di Enrico Benedetto

    «I marinai si dissero: "Tiriamo a sorte per sapere chi ci porta sfortuna attirando la tempesta". E fu estratto Giona. Gli chiesero: (...) "Qual è il tuo Paese e il tuo popolo?” Rispose: “Sono ebreo e temo il Signore, il Dio del cielo che ha fatto il mare e la terra ferma”. (...) e spiegò che scappava per sfuggire al Signore.»
    Profeta refrattario, Giona confessa su ingiunzione la propria origine e la propria fede.

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  • Giona 1:4-6

    di Enrico Benedetto

    «Ma il Signore lanciò un gran vento sul mare, e si levò sul mare una gran tempesta. (...) I marinai ebbero paura; ciascuno levò grida al suo dio (...). Giona scese nella stiva del battello, si coricò e si addormentò (...)».
    Giona persiste nella sua contrarietà a parlare con Dio, insiste nel fuggire da Lui; nonostante la tempesta rischi di provocare un naufragio, i marinari impauriti pregano i loro dei, egli scende nella stiva a dormire.

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  • Giona 1: 1-3

    di Enrico Benedetto

    «La parola del Signore pervenne a Giona, figlio di Amittai: "Alzati, va’  a Ninive, la gran città, e lancia un proclama contro di essa, poiché il male che ha compiuto è giunto fino a me". Allora Giona volle fuggire a Tarsis per scampare al Signore. (...)».
    Giona esordisce nella Bibbia come il disertore di Dio affrettandosi a far perdere le tracce a un Signore importuno e molesto. Alle missioni Giona risponde con le dimissioni. Si rifiuta di parlare al Dio che gli parla. Allontanarsi non gli riuscirà. A dire il vero, riesce difficilmente anche a noi.

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  • Non impareranno più la guerra

    di Marcello Salvaggio

    «Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l'arbitro fra molti popoli; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro, e le loro lance, in falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra.» (Isaia 2,4)
    Ciò che colpisce della profezia di Isaia è che si dica che le nazioni non impareranno più la guerra. Non che non la insegneranno più, che smetteranno di praticarla, ma che non la impareranno, cioè saranno rese estranee a questa logica.

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