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Adesione alla Riforma protestante

Giovanni Calvino

Quando sorse in Europa la Riforma protestante i valdesi vi aderirono nel 1532, organizzandosi, con l'aiuto di Calvino a Ginevra, in comunità alternative a quella di Roma, con predicatori locali per il culto e la celebrazione dei sacramenti.
Il messaggio protestante non fu però accolto solo dai valdesi ma da molti ambienti del Piemonte e di altre regioni d'Italia; qui il cattolicesimo mantenne il suo predominio assoluto grazie solo all'azione della Controriforma e all'appoggio dei principi.

La legislazione vigente in Europa all'epoca in materia religiosa, detta del cuius regio et eius religio, prevedeva che la religione del sovrano fosse anche quella dei suoi sudditi. Essendo i sovrani di Francia e Piemonte cattolici, il cristianesimo professato nelle vallate valdesi alpine  avrebbe dovuto essere per legge quello cattolico romano. 

Monumento di Chanforan

Sia nel Delfinato francese che nelle aree valdesi del Piemonte gli abitanti rifiutarono di abiurare e si difesero con le armi. Essi rivendicavano il diritto di adorare Dio secondo la propria coscienza ed in questo erano su posizioni molto moderne.
Per un complesso di circostanze politiche e militari favorevoli riuscirono ad ottenere il riconoscimento della loro religione in un'area ben definita delle Alpi Cozie, costituendo così un avamposto del protestantesimo europeo a sud delle Alpi. 

Si trattava però sempre di una concessione revocabile in una situazione precaria e i rispettivi governi, francese e sabaudo, non abbandonarono il progetto di riconquistare queste terre alla fede cattolica. Momento particolarmente tragico si ebbe nel 1655 quando il massacro conosciuto come le Pasque piemontesi sollevò l'indignata protesta dell'Europa e l'intervento dell'Inghilterra di Cromwell.

Quando nel 1685 Luigi XIV re di Francia vietò ai protestanti la professione della loro religione, anche le comunità valdesi del Piemonte furono distrutte. Solo poche migliaia di superstiti scamparono rifugiandosi in Svizzera. Rientrarono però dopo tre anni con una memorabile marcia conosciuta come il Glorioso Rimpatrio.

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