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Selezione delle decisioni sinodali

n. 40 CHIESA E SOCIETA'
  Il Sinodo, visto il dibattito sinodale su "chiesa e società", richiama le chiese ed ogni singolo fratello e sorelle in Cristo a riconoscere e confessare come unico Signore della propria vita il Dio d’amore, che mette ogni giorno davanti a noi la vita e la morte e ci invita a scegliere la vita, decidendo da che parte stare:
se dalla parte di chi agita la paura dell’altro ed alimenta gli egoismi e le chiusure individualistiche, familistiche, corporative, identitarie; o dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi e ci ha insegnato a scorgere nell’altro/nell’altra una sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza e raggiunta dallo stesso amore che ha trasformato le nostre esistenze;
se dalla parte di chi esercita il controllo mafioso del territorio, di ogni attività produttiva, dell’esistenza stessa di milioni di esseri umani; o dalla parte del Signore della vita, che ci ha affrancati affinché fossimo liberi;
se dalla parte di chi occupa le istituzioni democratiche per asservirle alla tutela di interessi privati, accettando e di fatto consentendo questo asservimento nel momento in cui barattiamo la nostra libertà e dignità con il favore di "un posto", di un sussidio, dell’attribuzione di un vantaggio non dovuto, dello scavalcamento di una lista d’attesa; o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi, dicendo "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia";
se dalla parte di chi fa della Parola di Dio uno strumento di discriminazione e di controllo sociale; o dalla parte del Signore della vita che ci ha affrancati affinché fossimo liberi dicendo "conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".

Il Sinodo invita le chiese, nel corso dell’anno ecclesiastico, a concentrare la propria attenzione:
  1. sull’impegno per la difesa della Costituzione e dei suoi valori “non negoziabili”, in quanto espressione di un sempre valido patto di convivenza civile e socialità solidale, nel quale soltanto può essere vissuta un’esistenza autenticamente libera e responsabile;
  2. sul tema dell’educazione di bambini e giovani, cercando di collegare tutti i soggetti coinvolti (famiglie, monitori, catechisti, operatori della scuola, gruppi giovanili ecc.) in uno sforzo comune al fine di “strappare una generazione” alla rassegnazione, al pessimismo, all’indifferenza, all’ignoranza, all’omologazione ai modelli dominanti, promuovendo percorsi educativi che guardino ad un individuo “cosciente di sé, adulto, capace di scegliere in modo critico, di sottrarsi alle gabbie sociali e culturali, di assumersi responsabilità individuali, libero da indottrinamenti, solidale, curioso delle differenze” (dal documento del Sinodo 1997 “I Protestanti e la scuola italiana”);
  3. sul tema del lavoro, nella sua dimensione vocazionale e di strumento essenziale di partecipazione sociale e garanzia di dignità ed autonomia dell’individuo.
  4. sul tema dell’immigrazione impegnandosi in una presenza attiva di resistenza e denuncia, collegandosi con tutti i soggetti che nella società sono impegnati nel perseguimento di obiettivi coerenti con la predicazione dell’Evangelo. “Non sfruttate né opprimete lo straniero, perché voi stessi siete stati stranieri in Egitto” (Esodo 22, 20).
n. 41 IMMIGRAZIONE
  Il Sinodo, ascoltato il dibattito su chiesa e società, riconoscendo l'importanza che ha per le nostre chiese il tema dell'immigrazione e dell'incontro tra diversità;
invita le chiese e i circuiti a studiare, in accordo con i nostri centri di formazione, tutte le possibili forme di partecipazione, affinché i campi e i seminari, organizzati dai suddetti centri, siano maggiormente colti come un'opportunità di formazione e di incontro interculturale e intergenerazionale.
n. 42 PACCHETTO SICUREZZA
  Il Sinodo esprime preoccupazione nei confronti delle norme contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" in riferimento agli immigrati. Come cristiani evangelici facciamo nostre le parole di Cristo: "Ero straniero e mi avete accolto... quello che avete fatto a uno di questi ultimi, lo avete fatto a me". Il concetto evangelico di accoglienza, cioè vedere nell’altro il nostro "prossimo" e l’immagine stessa di Cristo, ci spinge a denunciare:
  • l'idea che si sta diffondendo in Europa che l'immigrazione clandestina possa diventare un reato;
  • l’apertura di nuovi CIE (Centri di identificazione ed espulsione) e il prolungamento a 18 mesi del cosiddetto "trattenimento" in questi luoghi in cui sono sospesi i diritti umani;
  • gli ostacoli posti alla regolarizzazione di chi sul territorio già vive e lavora e le restrizioni al ricongiungimento famigliare che faciliterebbe la piena integrazione degli stranieri presenti in Italia.
Vogliamo affermare con forza che migrare non è un crimine; è invece criminale un sistema mondiale nel quale l’11% della popolazione del pianeta consuma l’88% delle risorse e che spinge la gente a fuggire dal proprio paese per sopravvivere.
Il Sinodo auspica che il Governo e il Parlamento del nostro Paese, che ha una tradizione di emigrazione non lontana nel tempo, sappiano rispettare i principi di solidarietà e di tutela dei più deboli già sanciti nella nostra Costituzione.
n. 37 RELIGIONE A SCUOLA
  Il Sinodo, richiamate le proprie precedenti prese di posizione sul tema dello studio del fatto religioso e delle sue implicazioni nella scuola pubblica italiana (in particolare quelle di cui all’atto 30/SI/2006),
denuncia ancora una volta come l’insegnamento confessionale della religione cattolica (IRC) nella scuola pubblica italiana non avvenga nel rispetto della libertà di coscienza e di religione, del principio di laicità e aconfessionalità dello Stato (riconosciuto dalla Corte Costituzionale come supremo principio costituzionale) e, in ordine alla scuola dell’infanzia e dell’obbligo, della responsabilità educativa dei genitori, come dimostrano, tra numerosi altri episodi e iniziative:
  1. la reiterazione, con l’OM n. 30 del 10 marzo 2008 (art. 8, commi 13-14), della attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono dell’IRC, discriminatrice nei confronti di coloro che scelgono di non avvalersi di tale insegnamento, dal momento che corsi alternativi e programmi organici per lo studio individuale sono, nella prassi, quasi inesistenti, sicché un credito scolastico per tali attività, teoricamente possibile, non potrà, di fatto, essere riconosciuto a tale titolo;
  2. l’emanazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione della circolare n. 45 del 22/04/2008 (“Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione relativamente all’insegnamento della religione cattolica), che in sostanza accoglie il documento, elaborato dalla CEI, contenente il progetto di revisione delle Indicazioni didattiche per l’IRC, «al fine di armonizzare la collocazione di questa disciplina nel nuovo impianto curricolare della scuola dell’infanzia e delle scuole del primo ciclo», e di «consentire anche all’IRC di inserirsi adeguatamente nei piani dell’offerta formativa che le scuole stanno attualmente redigendo per il prossimo anno scolastico», sicché non si è ormai molto lontani dallo spirito dell’art. 36 del Concordato del 1929 («l’Italia considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica») e si è sempre più disarmonici rispetto all’ispirazione di fondo della Costituzione repubblicana;
approva l’operato della Tavola in questa materia e la invita a proseguire, insieme a tutte le nostre chiese locali, in una vigorosa azione di difesa della laicità della scuola pubblica italiana;
segnala l’iniziativa presa dalla nostra chiesa metodista di Savona, insieme ad altri enti ed associazioni, che ha promosso un’indagine qualitativa denominata “quale laicità nella scuola pubblica italiana” nelle province di Savona, Genova, Alessandria, Asti, Bari, Foggia, Taranto, Matera, sulla situazione della scelta, in aree non cattoliche, fra l’avvalersi e il non avvalersi dell’IRC nella scuola dell’infanzia e dell’obbligo, il cui “report” costituirà nel prossimo autunno una pubblicazione a stampa di cui si auspica la diffusione;
incoraggia l’Associazione 31 Ottobre per una scuola laica e pluralista a proseguire nella propria azione a difesa della laicità della scuola.
n. 43 FEDE E OMOSESSUALITA
  Il Sinodo, a seguito del percorso di studi e confronti avvenuto nelle chiese durante gli ultimi anni sui temi "fede e omosessualità", sfociato in un'intensa discussione in Assemblea-Sinodo e nel conseguente art. P/AS-SI/2007
  • invita le chiese a continuare la riflessione a partire dai materiali di studio e dalla condivisione fra credenti di diversi orientamenti sessuali;
  • invita la Tavola, eventualmente in accordo con il CE/UCEBI, a rinominare una commissione che possa fornire alle chiese materiali e strumenti per questo cammino.