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Fatti e riflessioni

  • Piazza Martin Lutero a Roma

    Il 16 settembre alle 17 il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle religioni, giunte da diverse parti d’Europa, ha presieduto la cerimonia per l’intitolazione di “Piazza Martin Lutero – teologo tedesco (1483 – 1546)”. “L’intitolazione di una piazza a Lutero, in uno dei luoghi più importanti per la cristianità ha un alto valore simbolico e ci riempie di gioia – ha detto il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) -. E riteniamo che costituisca anche una testimonianza ecumenica nella vita quotidiana dei cittadini della Capitale e dei suoi tanti visitatori”.

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  • Jan Hus, riformatore della Chiesa e riferimento culturale di una nazione

    di Alberto Corsani

    Si è svolta a Praga, il 5-6 luglio una celebrazione per ricordare il 600° anniversario della morte sul rogo di Jan Hus: la sua figura è stata presa a emblema di molte battaglie di libertà, e inoltre era la prima volta che si poteva celebrarla: chiediamo di raccontarci l’evento al pastore Jens Hansen, che vi ha partecipato per la Tavola valdese. «Non avevo mai fatto caso che il 600° anniversario della morte di Hus fosse il primo a essere celebrato, ma non poteva essere altrimenti.»

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  • Bioetica: un valdese nel gruppo di lavoro delle Chiese europee

    di Sabina Baral

    Il prof. Luca Savarino, filosofo, coordinatore della Commissione delle Chiese valdesi, metodiste e battiste sui problemi etici posti dalla scienza è stato chiamato a far parte del gruppo di lavoro sulla bioetica della Conferenza delle Chiese europee (KEK), il più grande organismo ecumenico europeo che comprende oltre centoventi chiese ortodosse, protestanti, anglicane e vetero cattoliche, più una quarantina di organizzazioni associate.

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  • Dietrich Bonhoeffer: un mito che ci ricorda quel che conta

    di Fulvio Ferrario (*)

    Settant'anni fa, il 9 aprile 1945, veniva assassinato, nel campo di concentramento di Flossenbürg, Dietrich Bonhoeffer. Egli è divenuto, nel frattempo, non solo un simbolo, ma addirittura un mito. Le ragioni sono numerose. Anzitutto, l'intreccio tra il suo pensiero e la sua biografia, suggellati dal martirio, ne hanno fatto per le chiese l'occasione (o anche, per usare una parola non bella, ma pertinente) lo strumento, per recuperare credibilità dopo i compromessi e i silenzi che hanno caratterizzato l'epoca dei fascismi.

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  • Religioni e media

    di Alberto Corsani

    Una dozzina di operatori della comunicazione e di responsabili di chiese di diversi paesi (Svizzera Romanda, Francia, Belgio e chi scrive, per l’Italia) hanno partecipato il 26-27 marzo scorso, a Losanna, alla sessione "Religioni e media, una coppia impossibile", organizzata dalla Conferenza delle Chiese protestanti dei Paesi latini d’Europa (CEPPLE), che riunisce 26 Chiese. Lo snodo principale attorno al quale si è sviluppata la discussione è stato quello dei rapporti fra comunicazione all’interno delle Chiese, tra una Chiesa e l’altra, tra le Chiese dei diversi Paesi e tra le Chiese e le rispettive società.

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