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Le felicitazioni della moderatora della Tavola Valdese per la nascita della Chiesa evangelica riformata in Svizzera

Torre Pellice, 29 Gennaio 2020

«E’ con emozione che abbiamo appreso della nascita della Chiesa evangelica riformata in Svizzera. Per questo nuovo assetto organizzativo desidero esprimervi, a nome delle chiese valdesi in Italia, il mio apprezzamento e le mie felicitazioni. In un tempo di divisione e frammentazione anche per le chiese, il processo che avete messo in atto è un esempio significativo di unione». Sono le parole della moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, rivolte al presidente della neonata Chiesa evangelica riformata in Svizzera, Gottfried Locher.

Quest’ultima, il 1 gennaio, ha preso il posto della Federazione delle chiese evangeliche svizzere. Dopo un secolo di vita federativa, le chiese membro della Federazione hanno deciso di proseguire il loro cammino di comunione ecclesiale. Questa comunione è vissuta su tre livelli: la parrocchia, il cantone e la Svizzera. «In un’epoca di localismi e nazionalismi che esasperano i bisogni identitari in chiave di chiusura e respingimento di ciò che appare non conforme, - prosegue la moderatora nella sua lettera - condividiamo l’enfasi posta sulla scelta di una combinazione virtuosa della valorizzazione delle dimensione comunitaria locale come spazio prioritario per vivere la fede in una comunione reale e quotidiana in uno specifico contesto di testimonianza; ed il riferimento alla dimensione nazionale come orizzonte missionario e di presenza nello spazio pubblico caratterizzato da visione e solidarietà allargate, in rapporto con un ordinamento civile definito».

La Chiesa valdese vanta rapporti di lunga data con il protestantesimo elvetico: «le chiese svizzere, così come le altre chiese riformate europee, sono state molto importanti per la storia della Chiesa valdese che ha vissuto discriminazioni e persecuzioni - scrive ancora la moderatora -. La nostra minoranza italiana ha avuto la consapevolezza che da parte delle chiese svizzere era condiviso e sostenuto il suo sforzo di testimoniare l’Evangelo».

I rapporti con i riformati elvetici sono importanti ancora oggi quando insieme si affrontano le sfide nell’Europa e nel mondo globalizzato. «Come in passato, questo cammino condiviso è per noi un orizzonte significativo - prosegue Trotta -. Non si tratta soltanto di far udire la voce unitaria di un protestantesimo che è sì articolato confessionalmente e nazionalmente, ma che noi crediamo unito nelle linee di fondo della testimonianza e del servizio».

La lettera si conclude con un accenno alla Comunione di Leuenberg di cui Locher è anche il presidente: «siamo grati per la comunione di Leuenberg e per tutto ciò che essa permette e favorisce. Siamo riconoscenti per le relazioni, anche personali, con la vostra nuova chiesa e vediamo in esse un modo concreto e spiritualmente intenso per raccogliere l’invito dell’apostolo: “consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d’altronde già fate" (1 Tessalonicesi 5, 11)».