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Domenica 7 aprile le chiese valdesi e metodiste celebrano la “Giornata della legalità"

Torre Pellice, 1 Aprile 2019

Il 7 aprile le Chiese valdesi e metodiste osservano la Domenica della legalità. L’iniziativa, nata nel 2010 ad opera dei metodisti e valdesi del sud Italia, dal 2013 è diventata un evento nazionale grazie a una decisione sinodale che l'ha estesa a tutte le comunità del Paese.

Il materiale liturgico di quest'anno è stato curato dalla Commissione esecutiva del II distretto (Italia settentrionale e Svizzera). La pastora Giuseppina Bagnato ha preparato la scheda esegetica-omiletica prendendo in esame il testo di Luca 9 (23-27). Il pastore Winfrid Pfannkuche ha poi rielaborato la proposta di liturgia per la V domenica del tempo della passione (Judica). Oggi più che mai si ritiene attuale la Confessione di fede della Chiesa valdese di Palermo del 1992 “Credere e resistere a Palermo”.

“Da molto tempo il Nord Italia - si legge nel materiale prodotto per la giornata - non è immune alle conseguenze delle organizzazioni malavitose. E’ noto che a Reggio Emilia è stato celebrato il processo di primo grado Aemilia, uno dei principali processi d’Italia celebrati al nord contro la mafia dell’ultimo decennio, che si è concluso con 125 condanne a novembre 2018. Il processo infatti è storico perché, lungo un dibattimento durato oltre due anni, ha dimostrato come la criminalità organizzata ha capillarmente organizzato la sua presenza al Nord e come è riuscita anche ad evolversi nel corso degli anni”. 

Un altro spunto di ricerca interessante offerto alla riflessione è quello legato al fenomeno delle migrazioni, che è vittima esso stesso di sfruttamento, spesso gestito dalla criminalità organizzata. La Commissione esecutiva del II distretto (CED) mette poi a disposizione delle chiese alcuni materiali per l’approfondimento personale tra cui il sito internet di Libera, che dedica uno spazio alla compravendita dei metalli preziosi.

“Legalità non è solo impegno anti-mafia - prosegue la CED. E’ contrasto a quel sistema affaristico non sano che lega Fiananza e Imprese alle Istituzioni corrotte, rete in cui le organizzazioni mafiose e la criminalità organizzata trovano l’humus in cui trapiantarsi e crescere”. 

In conclusione, la CED offre questi spunti di riflessione alle chiese locali perché, come scrive la pastora Bagnato, “il venire dietro a me del Cristo (Luca 9, 23) è sempre stato un imperativo forte ma anche di difficile attuazione per la chiesa e nella chiesa. Il suo rimando concreto ed autentico all’essenza dell’Evangelo e della Legge mette in discussione la testimonianza di ogni comunità che non sappia assumere un ruolo e una posizione coerente di fronte all’ingiustizia, alla privazione del diritto e al dilagare del male”.