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Accoglienza, integrazione, inclusione e condivisione al centro della riflessione delle chiese metodiste e valdesi

Torre Pellice, 21 Giugno 2018

Anche quest’anno, nel mese di giugno, si sono svolte le conferenze distrettuali, le assemblee regionali di ognuno dei quattro distretti in cui sono suddivise le chiese metodiste e valdesi (valli valdesi, nord, centro, sud Italia). Un tema al centro delle conferenze è stato quello dell’immigrazione e dell’accoglienza di rifugiati e migranti.

In vista del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (in agenda quest’anno dal 26 al 31 agosto a Torre Pellice in Piemonte), il IV distretto, in particolare, “si rallegra della prosecuzione del progetto Mediterranean Hope (il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - FCEI) e lo considera componente preziosa e integrale del proprio lavoro di testimonianza sul territorio; esprime il timore che, in presenza di rigurgiti xenofobi nel nostro paese, ne facciano le spese i soggetti più vulnerabili, tra i quali gli stessi migranti”. Pertanto, i rappresentanti di chiese e i pastori del IV distretto – riuniti a Guardia Piemontese (CS) dall’8 al 10 giugno – hanno ribadito “la propria ferma posizione a favore della difesa dei diritti umani e dell’antica e consolidata legittimità del salvataggio delle vite in mare”. Motivo per cui salutano con favore iniziative di sostegno in tal senso, quali ad esempio il progetto di collaborazione, avviato a fine maggio, tra la FCEI e la ONG spagnola Proactiva Open Arms, nonché la sottoscrizione della campagna europea Welcoming Europe.

Anche la conferenza del III distretto, tenutasi a Reggello (FI) dal 15 al 18 giugno, ha elaborato un ordine del giorno in cui “dichiara la propria sofferenza e preoccupazione per il clima di chiusura, razzismo e discriminazione che cresce nel nostro paese e per la costruzione della paura nei confronti dell’altro/a (siano essi migranti, stranieri, detenuti, appartenenti alla comunità LGBT, Rom, Sinti e Camminanti e chiunque venga stigmatizzato sulla base del colore della pelle, dell’orientamento sessuale, del ceto sociale, della salute psicofisica); esprime la propria solidarietà verso tutti e tutte coloro che ne sono vittime, in particolare nei confronti dei migranti e delle vittime di tratta, che vengano criminalizzati e rifiutati dal Governo italiano; denuncia la chiusura dei porti e i respingimenti in mare come contrari al diritto umanitario e allo spirito di accoglienza che proviene dall’Evangelo; sostiene il lavoro di quanti e quante operano in favore di un’accoglienza solidale, dignitosa e inclusiva anche all’interno delle nostre chiese e della nostra diaconia; invita le chiese del distretto ad aprire i propri spazi e le proprie strutture, in collaborazione con la Diaconia valdese, costruendo progetti di accoglienza secondo la vocazione ad essere comunità profetiche; invita le chiese a vigilare sulla difesa dei diritti umani, in particolare delle fasce più fragili della società”. A chiusura dei lavori, la conferenza ha voluto sintetizzare i temi attraverso i versetti biblici di Deuteronomio 16,19-20: “Non farai violenza al diritto. La giustizia e solo la giustizia seguirai”.

Anche i metodisti di Roma, per sollecitare una riflessione sulla paura del diverso e sui fenomeni migratori, hanno affisso uno uno striscione sulla facciata della chiesa metodista di via XX settembre. “La nostra è una comunità internazionale - affermano. Condividiamo la stessa fede tra fratelli e sorelle italiane, filippine, coreane, malgasce, cinesi. Una comunità che si educa e impara, giorno per giorno, cosa significhi condividere storie, vissuti, educazione, culture, formazioni, diverse e differenti”. Lo striscione riporta il versetto della Bibbia tratto dal libro del Levitico: “Tratterete lo straniero che abita fra voi come chi è nato fra voi” (Lev.19,34). “Stiamo dalla parte di uomini e donne tutti diversi che per noi assumono lo status di fratelli e sorelle, volto di Dio sulle nostre strade. E di queste donne e uomini non abbiamo paura, non temiamo per la nostra civiltà, per le nostre città, per il nostro lavoro, ma crediamo che la loro diversità sia ricchezza per tutti noi” hanno commentato i promotori dell’iniziativa, a cui è seguito un comunicato di proposte e sollecitazioni rivolte alla società e alla politica. Parole chiave: accoglienza, integrazione, inclusione, condivisione, prassi evangelica dell’amore.