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di Letizia Tomassone

Si è conclusa a Novi Sad (Serbia) l’assemblea generale della Conferenza delle chiese europee

Torre Pellice, 11 Giugno 2018

L’assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (che si tiene ogni cinque anni) si è svolta a Novi Sad (Serbia) dal 31 maggio al 6 giugno e ha visto raccolte 116 chiese europee (ortodosse, protestanti e anglicane). La Conferenza delle chiese europee è nata come comunione di chiese dopo i conflitti della Seconda guerra mondiale e si riconosce pertanto una vocazione alla riconciliazione. Uno dei testi prodotti dall’assemblea afferma quello che è stato il leitmotiv della settimana: “Chiamati da Cristo a essere costruttori di ponti, le chiese europee portano una testimonianza ecumenica e politica cruciale in favore della riconciliazione e della pace, in nome del potere di riconciliazione dell’amore di Dio”.

Titolo dell’assemblea è stato il comandamento di Gesù “Voi mi sarete testimoni” (Atti 1,8) cui si è risposto con un documento finale: Sì, saremo tuoi testimoni cercando e praticando la pace, la giustizia, la speranza, accogliendo i rifugiati e occupandoci dei poveri e del lavoro in Europa, e della guarigione delle lacerazioni sociali dovute a economie inique che provocano migrazioni e disperazione. Le chiese si sono dette a fianco delle minoranze religiose e linguistiche in tutti i paesi europei, mostrando esempi concreti di lavoro contro le discriminazioni e le legislazioni razziste. Anche la sfida dei cambiamenti climatici e ambientali è stata al centro dell’attenzione: la giustizia climatica, infatti, tiene insieme sia la difesa dei diritti umani sia la difesa dell’ambiente. 

Il tema dell’accoglienza ai rifugiati e ai migranti è stato in primo piano e la giornata dedicata all’argomento è stata aperta dallo studio biblico del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Luca Maria Negro, che ha contrapposto xenofobia e filoxenia, parlando anche dei corridoi umanitari portati avanti in Italia e ripresi in Francia.

L’assemblea, rispetto al passato, ha visto una presenza maggiore di ministri ordinati rispetto ai delegati laici delle chiese; questo ha significato una minore partecipazione di giovani delegati e di donne. Ciò nonostante ha avuto luogo un’importante pre-assemblea dei e delle giovani e la loro voce è risuonata al centro del culto di apertura. Durante questo culto anche Giulia Dalmonte, una giovane metodista italiana di seconda generazione, ha portato la sua forte testimonianza e la voglia di essere strumento di incontro in una società lacerata e divisa dal pregiudizio razzista come quella italiana.

Quattro temi hanno scandito le giornate, i momenti di preghiera e gli studi biblici: accoglienza, giustizia, testimonianza, speranza. Molti interventi hanno mostrato quanto sia ampia l’interazione delle chiese con i contesti culturali e sociali in cui sono chiamate a portare la loro testimonianza. L’arcivescova luterana svedese Antjie Jackélen ha parlato, tra le altre cose, dello scarso accesso di donne e giovani ai luoghi decisionali delle chiese; il metropolita Porfirje di Zagabria ha mostrato un video sull’incontro da lui organizzato, attraverso le frontiere tra Croazia e Serbia, di persone che vivono l’esperienza di essere minoranza come popolazione e come appartenenza religiosa; si è spaziato dall’impegno per la giustizia climatica all’affermarsi di pratiche diffuse in favore di rifugiati e immigrati nelle diverse chiese membro (di grande impatto il video presentato dal presidente del Sinodo delle chiese evangeliche di Grecia, Meletis Meletiadis).

Pratiche tutte nutrite e radicate nell’ascolto della Scrittura. Proprio gli studi biblici che hanno aperto ogni giornata hanno costituito l’intelaiatura dell’assemblea. Da segnalare in particolare lo studio di Elaine Neuenferldt, teologa brasiliana impegnata nella Federazione luterana mondiale a Ginevra, che ha affrontato i temi del “Land grabbing” (accaparramento di terre da parte di imprese straniere) e del caporalato che domina all’interno del lavoro agricolo nel Sud Europa, portando esempi tratti dalla filiera del pomodoro in Italia. Nello stesso studio la teologa ha anche affrontato il tema della verità e dell’uso improprio delle leggi per legittimare politiche discriminatorie quando non apertamente razziste.

Nel comitato di governo sono state elette due persone provenienti dal Sud Europa: la biblista francese Valérie Duval-Poujol, battista, che va a sostituire Edouard Kibonguiil membro battista italiano che ha servito con profitto per due mandati; il pastore riformato di Alsazia e Lorena Christian Krieger, già membro del comitato precedente, eletto ora presidente europeo.

(Photo credit: Albin Hillert / CEC)