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Torre Pellice, 15 dicembre 2017

Luca Savarino, coordinatore della Commissione bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia, ha espresso soddisfazione per l’approvazione al Senato della legge che disciplina le "Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento". «È una conquista per l’Italia che non ha nulla di rivoluzionario – ha dichiarato all'Agenzia NEV –, ma semplicemente ci pone sullo stesso piano della stragrande maggioranza dei paesi europei e occidentali».

Una legge che ribadisce l’importanza del "consenso informato" nella relazione medico-paziente, un dato che agli occhi di Savarino riconosce due elementi fondamentali: «da un lato la relazione medico-paziente che si basa sulla fiducia e la collaborazione reciproca, ma dall'altro la facoltà del paziente di avere l'ultima parola riguardo ai trattamenti a cui vuol essere sottoposto».

Inoltre, «è un testo esente da ogni deriva eutanasica, esplicita o velata - prosegue Savarino nella sua dichiarazione al NEV - che ha come pregio ulteriore quello di permettere la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione artificiali a pazienti in stato vegetativo persistente».

Anche se è probabile che questa legge verrà «effettivamente utilizzata da una stretta minoranza di persone, come accade in tutti i paesi che hanno adottato le direttive anticipate di trattamento - conclude Savarino -, essa tuttavia ha il merito di riconoscere un diritto fondamentale che è ampiamente condiviso dalla maggioranza dei cittadini, ivi compresa larga parte del mondo cattolico-romano».

Anche la Chiesa valdese di Milano, in un suo comunicato, ha espresso apprezzamento per l'approvazione della legge sul biotestamento.

«Consideriamo questa legge un importante passo avanti nell'ottenimento di diritti già sanciti nella nostra Costituzione - scrive Monica Fabbri, presidente del concistoro - una legge che pone la persona al centro delle scelte che riguardano le terapie sanitarie cui sottoporsi. Già dal 2009 la nostra Chiesa ha aperto uno sportello per la raccolta delle direttive anticipate di fine vita, superando ad oggi la cifra di 1000 testamenti biologici raccolti e conservati nei nostri archivi. Lo sportello rappresentava per noi una risposta evangelica alla domanda sulla dignità della vita e del fine vita e una testimonianza di laicità, ora pienamente interpretata dalla legge appena approvata in Senato».