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di Daniele Bouchard

Torre Pellice, 22 novembre 2017

Dal 14 al 16 novembre si è svolto a Strasburgo l'incontro annuale dei e delle responsabili della formazione e dell'accompagnamento pastorale delle chiese francofone europee. Sono stato invitato a partecipare dal pastore Didier Crouzet, conosciuto quando frequentavamo insieme la Cevaa, che ora è il segretario generale della Chiesa protestante unita di Francia. Ho così avuto la possibilità di conoscere le persone che in una decina di chiese, in Francia, Svizzera e Belgio hanno compiti analoghi al mio, coordinatore della Commissione ministeri, nonché Commissione permanente per la formazione pastorale.

L'aspetto più utile per il nostro lavoro è stato lo scambio di esperienze e metodologie: come le diverse chiese impostano il rapporto con le rispettive facoltà di teologia, come organizzano il periodo di prova dei pastori e delle pastore, come utilizzano le competenze degli psicologi per la verifica dell'idoneità delle persone a ricoprire il ruolo pastorale, come accompagnano le/i pastore/i nel corso de loro ministero, ecc. Per una chiesa piccola come la nostra, lo scambio con chiese sorelle poco più grandi, che operano in contesti paragonabili al nostro, è di vitale importanza. Dal confronto ho infatti ricevuto molti stimoli e suggerimenti, che ora riporterò alla Commissione ministeri.

Il tema scelto per l'incontro di quest'anno era "Lo slancio pastorale" e si è partiti dalla crisi di slancio che molti pastori e pastore vivono, per chiedersi come prevenire queste crisi e come sostenere chi le attraversa, in modo da evitare di arrivare al burn out. Ci ha guidati in questo lavoro un consulente della comunicazione, Bernard Maufras, di Strasburgo. Dell'approccio al problema che Maufras ci ha proposto, centrato sulla condivisione all'interno del gruppo, mi ha colpito la necessità – e la possibilità – di dare un senso alle cose che si fanno. «Se quello che fate vi sembra non avere senso – dice Maufras – dateglielo voi un senso. Anche se l'ipotesi che fate dovesse in seguito rivelarsi sbagliata, vi avrà comunque fatto uscire dall'impasse». A livello collettivo la domanda chiave da porsi è: quali sono i valori che vogliamo far vivere nelle nostre interrelazioni? «Bisogna riconoscere – ha aggiunto il formatore – che ogni persona è composta di varie parti; nei momenti di difficoltà, dobbiamo fare appello alla parte di noi più ben disposta verso la situazione che stiamo affrontando; analogamente, di fronte a una persona che ci mette a disagio, dobbiamo cercare in lei quella parte che ci pare più disponibile nei nostri confronti».

Noi partecipanti abbiamo discusso l'approccio proposto, per esempio controproponendo che il senso delle cose non siamo noi a darlo ma ci è donato, ma abbiamo anche riconosciuto l'utilità di un tale approccio pragmaticamente positivo.

I nostri ospiti hanno organizzato anche la visita a due importanti chiese della città: la cattedrale e la chiesa di S. Pietro il giovane. Nella storia di Strasburgo, dove cattolicesimo e protestantesimo si sono combattuti con alterne vicende, entrambe queste chiese sono state sia cattoliche sia protestanti, a seconda dei momenti; per un periodo la chiesa di S. Pietro il giovane è stata usata da entrambe le confessioni, con una parete divisoria che delimitava gli spazi, ma non impediva al canto di disturbare la celebrazione dell'altra confessione. L'ultimo giorno siamo stati in visita al parlamento europeo.

L'anno prossimo sarà il turno della Chiesa protestante unita di Francia, che ospiterà l'incontro a Parigi. Il tema sarà "Il conflitto". Vista l'utilità dell'incontro di quest'anno, proporrò alla Commissione ministeri di continuare a parteciparvi.