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di Eugenio Bernardini

«Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto.» (Matteo 28,5-6)

Della risurrezione di Gesù i testi non narrano veramente l’evento della risurrezione ma il suo annuncio. In altri casi non è così: la risurrezione di Lazzaro è raccontata per esteso e anche con qualche dettaglio (il grido "Lazzaro, vieni fuori", le fasce che avvolgono le mani e i piedi e un asciugatoio il viso, Giov. 11); così la risurrezione della figlia di Iairo ("Gesù la prese per mano e disse Talità cum! Che tradotto vuol dire: su, bambina, alzati", Mc 5,41); e lo stesso accade per la risurrezione del figlio della vedova di Nain ("Ragazzo, te lo dico io, alzati! Il morto si alzò e si mise a sedere e cominciò a parlare", Lc. 7,14s). Della risurrezione di Gesù, invece, non ci viene fornito alcun dettaglio, se non la tomba vuota, l’annuncio dell’angelo alle donne e poi, certamente, le apparizioni del Risorto. Come mai? Forse che la tradizione ecclesiastica vuole preservare i credenti dalla tentazione di rappresentare o disquisire in modo morboso sui dettagli di questo evento?

Resta il fatto che la fede nella risurrezione di Cristo non nasce perché ce ne viene raccontato l’evento ma perché noi crediamo all’annuncio del messaggero di Dio dopo che è accaduto l’evento, che sarà confermato poi dalle apparizioni del Risorto! Ecco perché, nelle narrazioni evangeliche, il racconto di Pasqua è concentrato sull’annuncio dell’angelo alle donne. Donne che, secondo Matteo, si erano recate in quel luogo "per vedere la tomba di Gesù", cioè per rendere un estremo omaggio a chi le aveva lasciate in modo così drammatico e doloroso. L’atmosfera che si respira è ancora tutta intrisa di quel cupo dolore e sconcerto che aveva dominato il venerdì della crocifissione. Le donne vanno al sepolcro come tutti noi andiamo al cimitero: col pensiero rivolto al passato, a episodi accaduti, a occasioni non colte, a parole ascoltate o dette. Nulla fa presagire un cambiamento radicale. Poi, improvvisamente, la terra trema, come aveva tremato alla morte di Gesù (Mt. 27,51), la grossa pietra – che sembrava chiudere definitivamente in modo più che simbolico il discorso Gesù – rotola via e qualcosa scende giù dal cielo e si posa sulla pietra: è un essere splendente come un lampo, e con una veste bianchissima. Il suo annuncio farà risorgere la fede e speranza, e quindi farà risorgere la comunità di Gesù: prima tutto era morto, ora tutto ritorna in vita! Nessuno di noi è abbastanza santo o troppo peccatore per essere escluso da questo annuncio che dona vita, salvezza e libertà.