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di Sabina Baral

Torre Pellice, 16 ottobre 2017

È il pastore valdese Alessandro Esposito uno dei tre vincitori della seconda edizione del premio dedicato alla miglior predicazione dell'anno indetto dalla Federazione delle chiese protestanti svizzere (FEPS). Il premio, che quest'anno ha come motto "Osar pensare, poter agire, amare credere", desidera riaffermare la centralità della predicazione nella tradizione riformata: nei templi elvetici, infatti, domenica dopo domenica oltre duemila predicatori e predicatrici salgono su un pulpito per proclamare la parola di Dio e condividere riflessioni sull'importanza dell'Evangelo nei nostri tempi. La predicazione è anche, a suo modo, un'opera d'arte in cui convergono teologia, espressione orale e esperienza di vita.

Come ricorda Gottfried Locher, presidente del Consiglio della FEPS «l'obiettivo non è quello di favorire la concorrenza, ma di rendere merito e onore ai predicatori cui è concessa l'opportunità di mettere in luce il proprio lavoro». «Attraverso le loro parole - prosegue Locher - è Dio stesso a interpellare l'essere umano. Ecco perché oggi, forse più che mai, la predicazione è un'opportunità per la chiesa e per la società».

Tre le categorie previste: una denominata "premio speciale", una per le lingue tedesca e romanza, l'altra per il francese e l'italiano. È questa ultima categoria ad aver visto vincitore il pastore Esposito, 41 anni, incaricato della cura delle Chiese metodiste di Intra e Omegna. Proprio la prossimità geografica con la Svizzera, in grado di consentire uno scambio di relazioni, ha permesso al pastore Esposito di partecipare al concorso.

«Quando ho ricevuto la comunicazione relativa al conferimento del premio sono rimasto sorpreso - confessa Alessandro Esposito -. Non mi aspettavo che il testo della mia predicazione sarebbe stato valutato in maniera così positiva. Dopodiché la sorpresa si è tramutata in gratitudine: sono felice che una giuria estremamente competente abbia considerato significativo e attuale il mio commento al testo biblico».

Esposito si dice riconoscente ai colleghi e alle colleghe nonché ai predicatori e alle predicatrici della sua chiesa dai quali ha ascoltato predicazioni caratterizzate da estrema profondità e ricchezza di contenuti, umani prima ancora che teologici. «Sono dell'avviso che questo premio sia in verità da conferire alla Chiesa valdese e metodista tutta - prosegue il pastore - nel cui seno sono maturato come uomo e come discepolo, prima ancora che come pastore. Sono persuaso che scopo di ogni predicazione sia anzitutto quello di accompagnare le donne e gli uomini nel loro percorso di ricerca, nell'arco del quale ognuno tenta, con gioia ma anche con fatica, di conferire un senso alla propria vita e a quella fede che dalla vita e dalle sue contraddizioni si lascia interrogare, provocare e trasformare».

I vincitori, che si aggiudicheranno 1500 franchi svizzeri ciascuno, saranno annunciati a Berna il 6 novembre prossimo da un'apposita giuria che ha avuto il compito di valutare i testi presentati.

«In questo anno in cui si celebra il giubileo della Riforma protestante - ha scritto Gottfried Locher alla Tavola Valdese per informarla e invitarla alla cerimonia del premio - mi rallegro che questa scelta, casuale o provvidenziale secondo i punti di vista, ricordi le relazioni intense che esistono a partire dal XVI secolo tra i protestanti riformati d'Italia e di Svizzera».

Alla cerimonia prenderà parte, oltre al pastore Esposito, anche il pastore Italo Pons, membro della Tavola Valdese.