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di Paola Schellenbaum, membro della “Commissione famiglie” della Tavola Valdese

Paola Schellenbaum (foto Romeo/Riforma)Dopo un lungo e articolato percorso di confronto e riflessione, iniziato nel 2011 con la costituzione di un'apposita commissione su "Famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità", il Sinodo valdese ha approvato un nuovo documento che ha consentito un ampio dibattito nelle chiese locali per l'ampiezza e la profondità degli argomenti affrontati.

Le famiglie sono formazioni storiche e sociali particolari che cambiano e si trasformano nel tempo e nelle culture, ma come credenti è importante dire una parola di speranza e di testimonianza evangelica sull'accoglienza di tutte le forme di famiglie e di coppie che vivono in comunione di vita. La prima giornata dei lavori sinodali è stata dedicata a questo tema mentre il voto finale si è avuto giovedì sera in seguito ad alcune modifiche del testo che è stato approvato a larga maggioranza con 19 voti contrari e 12 astenuti.

Il nuovo documento è il primo dal 1971, anno in cui il Sinodo valdese aveva approvato un analogo documento su matrimonio e famiglia che era ormai datato in molte sue parti. Come ha ricordato il coordinatore della "Commissione famiglie", il pastore Paolo Ribet, «il documento è frutto di un impegno che ha coinvolto le chiese e le comunità locali in tutto il paese. Abbiamo ricevuto molte sollecitazioni e stimoli, abbiamo avvertito quanto l'argomento sia sentito».

Con la sua approvazione, metodisti e valdesi riconoscono la pluralità di modelli di comunione di vita e di famiglia presenti nella società e nelle chiese, sottolineano la necessità della loro accoglienza e del loro accompagnamento, nonché il proprio impegno nella società a favore dell'ulteriore ampliamento dei diritti su questi temi.

La richiesta di benedizione liturgica di unioni civili riconosciute dallo Stato (Legge 76/2016), sia per coppie omosessuali che per coppie eterosessuali, sarà accolta con alcuni requisiti, come quello della necessità per almeno uno dei due partner di essere membro di chiesa.

Le convivenze continueranno a essere accolte, con questo documento non si escludono le preghiere di intercessione, ma si ratifica formalmente una evoluzione in materia di tutela dei diritti delle persone dello stesso sesso lungamente auspicata dalle chiese metodiste e valdesi, che già nel 2010 avevano introdotto la possibilità della benedizione delle coppie omosessuali, una prassi ormai superata grazie alla legislazione vigente.

«Un documento equilibrato di libertà e responsabilità, sia in ambito giuridico sia in ambito liturgico, che ha visto un importante dibattito teologico sviluppatosi sul concetto di benedizione nelle sue varie forme, concetto che si riferisce sempre alle persone, e non alle forme giuridiche di unione, che per le chiese valdesi e metodiste non sono sacramenti» ha sottolineato la pastora Mirella Manocchio, membro della "Commissione famiglie" e presidente dell'Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia.

Il dialogo e la riflessione continueranno, soprattutto nelle chiese metodiste e valdesi in cui vi è una qualificata presenza di sorelle e fratelli provenienti da altri continenti e culture che possono avvertire disagio per queste decisioni, ma che sono anche promotori del dialogo interculturale e dell'accompagnamento di visioni differenti, nella fiducia che il confronto evangelico possa consentire «il reciproco riconoscimento dei doni affinché la Chiesa possa vivere dei carismi di tutti e di tutte, nel reciproco servizio, allargando il luogo della tenda» (Isaia 54,2), lasciandoci sorprendere ancora e di nuovo dal Signore e dalle sue vie che non sono le nostre vie (Isaia 55,6-13).

18 settembre 2017