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di Davide Ollearo

48 ore sono tante o poche? Dipende. Se ti trovi in una situazione drammatica o anche solo stancante sono interminabili. Se lo stesso lasso di tempo è quello che hai per cercare di comprendere un paese, la sua cultura e la sua fede sono un tempo breve, brevissimo, ben sotto il limite della sufficienza. Eppure è quello il periodo che ho avuto a mia disposizione per conoscere l'opera e la predicazione della Chiesa Riformata in Ungheria (o Magyarországi Református Egyház, secondo la per me poco comprensibile lingua locale). Un tempo insufficiente, dunque? No, se ad accoglierti e ad accompagnarti trovi fratelli e sorelle di quella chiesa desiderosi di condividere con te i loro doni, le loro gioie e anche le domande che accompagnano la loro testimonianza.

L'occasione della visita è stata data dalle celebrazioni del 450° Sinodo di Debrecen, durante il quale la giovanissima chiesa protestante di lingua Ungherese decise di aderire alla Riforma Svizzera; un passaggio simile a quello del movimento Valdese nel suo Sinodo di Chanforan qualche anno prima. Siamo stati accolti nella sede della Chiesa a Budapest: è stata l'occasione per presentarsi o per rincontrarsi, con molti delegati di chiese sorelle l'amicizia era già nata nel corso di precedenti incontri internazionali. Qui è avvenuto il saluto ufficiale da parte dell'ufficio relazioni internazionali della chiesa e poi via in autobus per Debrecen, un viaggio quasi irreale attraverso la deserta prateria innevata Ungherese, la ben nota Puszta.

Debrecen, la "Roma Calvinista"; è il centro storico e culturale del protestantesimo di lingua Ungherese, una chiesa che supera gli attuali confini nazionali per essere fortemente presente anche nelle nutrite minoranze Ungarofone in Romania e Ucraina, in territori storicamente Ungheresi fino alla fine della I guerra mondiale. Ma il tema fra confessione di fede Riformata e nazionalismo Ungherese, tema che pure traspare in molti aspetti della vita della chiesa, è un po' troppo ampio per essere affrontato in questa sede.

Martedì 31 gennaio ha avuto luogo una giornata di festa della Riforma, un evento aperto a tutta la cittadinanza. L'inizio della manifestazione è coinciso con l'apertura del "Camion della Riforma", un autoarticolato che toccherà 67 città della Riforma in Europa, partendo da Ginevra e arrivando il 31 ottobre a Wittenberg, un messaggio importante di comunione e condivisione in un'Europa che sembra apprezzare sempre più i muri, e l'Ungheria in questo senso non fa eccezione. La giornata è proseguita con una visita al tendone della testimonianza allestito davanti alla "Grande Chiesa"; in una serie di interventi, abitanti del posto e ospiti stranieri hanno raccontato che cosa significhi per loro la Riforma, mentre i giovani volontari avvicinavano i passanti per invitarli a un momento di condivisione e vari stand spiegavano le attività sia delle chiese Riformate, sia degli organismi ecumenici di cui fanno parte. Il momento centrale della celebrazione è stato il culto nel primo pomeriggio, quando la Grande Chiesa era stracolma; ha predicato il vescovo István Szabó, presidente della Chiesa Riformata in Ungheria e vi sono stati numerosi saluti da parte di ospiti internazionali e di autorità civili.

La visita di noi ospiti internazionali è poi proseguita, prima del viaggio di ritorno verso Budapest per i saluti finali, con incontri con la cappellana Riformata dell'università statale e con gli insegnanti della facoltà teologica Riformata, istituto che prepara i ministri della chiesa fin dal 1538. E durante il volo di ritorno verso casa c'è stata l'occasione per riflettere ancora una volta sull'importanza di questi incontri e scambi fra sorelle e fratelli e su come la chiesa testimoni anche in questo modo la necessità, oggi più che mai, di tessere relazioni, costruire ponti e sperimentare accoglienza.