I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

locandina 1000 idee per 1000 progetti

Studio RAI di Genova da cui si trasmette il TG regionale delle ore 14: sono seduto su uno sgabello scomodissimo in attesa che la conduttrice mi ponga in diretta una domanda a cui dovrò rispondere in modo molto sintetico e chiaro. Tra un servizio filmato e l’altro, la conduttrice verifica il mio nome, la mia funzione ("moderatore?", fa lei un po’ disorientata; "dica pure presidente – le suggerisco – così è più chiaro per tutti"). Mi chiederà dell’incontro del pomeriggio, dice. " – dico io – ma se mi dicesse anche quale domanda vuole farmi, mi preparo". Non c’è tempo, i servizi filmati incalzano, si avvicina l’intervista (intervista? Un’unica domanda si può definire intervista?) con "l’ospite in studio", in diretta, un privilegio raro. Posso dire quello che mi pare, tanto non mi possono censurare. Inizia l’intervista: "Sull’Otto per mille c’è qualche polemica politica: qualcuno vorrebbe abolirlo, altri denunciano che non c’è trasparenza nel suo utilizzo. Se ne parlerà questo pomeriggio a Genova su iniziativa della Chiesa valdese che da anni, invece, rende conto in modo trasparente di quello che ne fa".
Eugenio Bernardini Però! Un bellissimo assist – penso favorevolmente colpito. E così, in un minuto e mezzo, posso dire l’essenziale (veramente l’essenziale e nulla più). Il telegiornale va avanti, non sono più inquadrato dalla telecamera, il tecnico mi toglie il microfono e mi accompagna fuori.

Alle 17, nel pieno centro di Genova, a due passi dal mare, nella bellissima Commenda del quartiere di Prè, ci ritroviamo per l’incontro organizzato dalla Chiesa valdese di via Assarotti non solo per presentare l’Otto per mille ma anche per presentare l’identità e il messaggio delle nostre chiese. Il luogo è suggestivo: la Commenda, ovvero il convento, e "l'ospitale" sono i locali al piano terra di un complesso di tre piani in stile romanico e di due chiese sovrapposte, di cui quella superiore è la chiesa cattolica di San Giovanni evangelista.
Commenda di Pré La Commenda, dalla fine del 1100, assolveva alla duplice funzione di stazione marittima sulle rotte della Terrasanta e di ospedale (ospitaletto), inizialmente per i pellegrini e in seguito per i malati e gli indigenti della città. Oggi ospita un "museoteatro", diventato un punto di riferimento per gli eventi interreligiosi e interculturali, il cui allestimento intende trasmettere il messaggio che "nessuno deve sentirsi straniero a Genova".

Durante l’incontro si susseguono vari interventi oltre al mio, in particolare il saluto del parroco cattolico del luogo che ci ospita, del valdese Marco Sciaccaluga, attore e regista teatrale, che riesce a spiegare in modo chiaro e suggestivo la nostra caratteristica di essere una chiesa cristiana che promuove la laicità secondo il principio evangelico di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio (Marco 12,17) e di Silvio Ferrari, scrittore, traduttore e docente, testimone di un impegno politico pulito e di puro servizio. E via così, con le canzoni della giovane cantautrice Maria Pierantoni Giua e gli altri interventi. Quando tocca alla progetti finanziati con l'8 per mille ai valdesirappresentante di Legambiente Liguria, a cui è stato finanziato un progetto educativo, inizia ringraziando stupita "per l’atmosfera carina e accogliente" del pomeriggio. Ne è stupita perché si aspettava altro da un’iniziativa ecclesiastica. Invece ("invece"!) si è sentita a suo agio.

Insomma, un pomeriggio riuscito, che ha rappresentato ciò che sono oggi le nostre chiese: impegnate, accoglienti, semplici, capaci di parlare la lingua di chi non pratica le esperienze religiose. Chiese liberal, come le definisco io, cioè chiese a tutto tondo, che predicano l’Evangelo della grazia di Dio in Gesù Cristo e cercano di praticarlo con animo aperto a tutti. Anche se non a tutti piace questa definizione, perché non a tutti piace una chiesa così aperta. Me lo dice con franchezza, alla fine dell’incontro, un evangelico che conosco da decenni. E proprio perché lo conosco, non me ne stupisco. Ma non importa: nella fraternità c’è posto per le diversità, persino per le divergenze, purché il centro dell’Evangelo sia condiviso.

Eugenio Bernardini

2 dicembre 2013