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Uno dei compiti affidati alla Tavola valdese, e quindi al moderatore, è quello di rappresentare le chiese e gli enti metodisti e valdesi presso i vari organi dello Stato, cioè quelle "autorità civili" di cui parla l’art. 3 dello Statuto della Tavola.

Nei miei primi quattro mesi di moderatura ho avuto occasione di compiere questa rappresentanza nei confronti dei vertici del Ministero dei Beni Culturali (dopo 28 anni di attesa, è finalmente iniziato il lavoro della "Commissione mista per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali afferenti al patrimonio storico, morale, materiale delle Chiese rappresentate dalla Tavola Valdese", prevista dall’art. 17 dell’Intesa con lo Stato del 1984), del Ministero della Salute (due incontri con il Ministro Balduzzi per difendere la causa degli ospedali valdesi del Piemonte) e della Presidenza del Consiglio di Ministri ("Commissione paritetica per la valutazione del gettito dell’otto per mille" che ogni tre anni ne verifica l’andamento).

In tutte queste occasioni ho potuto constatare quanto le nostre chiese siano rispettate per la loro storia passata e presente, per il loro impegno sociale culturale, e anche per le loro posizioni ispirate a una coerente laicità che – non confinando le religioni nella sola sfera privata delle persone ma riconoscendone la loro dimensione pubblica – le impegna, senza sconfinamenti confessionali, nel dibattito etico, culturale, politico e sociale del nostro Paese.

Ho potuto anche constatare quanto la gestione della nostra quota di otto per mille – con quella scelta che tanto divise le nostre chiese negli anni ’80-’90 – ci abbia fatto conoscere a un vastissimo pubblico, molto più vasto che in passato, che apprezza il fatto che destiniamo queste risorse – provenienti dal gettito fiscale di tutti i contribuenti – non al mantenimento del culto ma al sostegno di iniziative sociali, assistenziali, umanitarie e culturali dentro e fuori dalle nostre chiese, in Italia e nel mondo.

Le nostre chiese hanno perciò una grande responsabilità pubblica che va onorata nelle scelte piccole e grandi di ogni giorno, ricordando che alla radice di ogni nostro impegno c’è l’Evangelo della Grazia che libera gli uomini e le donne affinché, anche del nostro tempo, possano rendere il loro servizio al prossimo alla sola gloria di Dio.

Eugenio Bernardini

27 dicembre 2012