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di Luca Pilone

Il 28 gennaio il Consiglio regionale della Lombardia si esprime in merito a nuove norme relative alla «Pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi». Un provvedimento anti-moschee, si è detto, e la Lega Nord che lo ha voluto con forza non nasconde che si tratta di una misura tesa a contrastare il progetto di Palazzo Marino relativo alla costruzione di una moschea nel capoluogo.
Diversi esponenti del mondo evangelico italiano hanno espresso forti perplessità nei confronti di queste nuove norme, ritenute non solo anticostituzionali ma anche fortemente discriminatorie.

«Si tratta di norme platealmente anticostituzionali che minano la libertà di culto, discriminano i cittadini appartenenti alle confessioni religiose diverse dalla cattolica, violano la privacy su una materia delicata e sensibile quale l'appartenenza e la pratica religiosa». Lo afferma il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) e della Commissione delle Chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS).

«Le nuove norme peggiorano un testo precedente – continua Aquilante – che, vietando la conversione d'uso per locali da adibire a luoghi di culto, già penalizzava le confessioni religiose che non dispongono di templi o sedi tradizionali. Ora si rasenta il ridicolo imponendo alle confessioni che intendono aprire un locale di culto di istallare telecamere di sorveglianza collegate con le forze dell'ordine, o di garantire la disponibilità di parcheggi pari al 200% della superficie dell'immobile. La sola verità è che con questa mossa demagogica la Regione intende cavalcare i sentimenti anti-islamici seguiti agli attentati di Parigi e alimentare i pregiudizi contro le numerose comunità religiose non cattoliche attive e radicate in Lombardia. Come evangelici - conclude il pastore - denunciamo questa strategia dell'intolleranza e attendiamo con fiducia il giudizio di costituzionalità su norme che violano fondamentali diritti di libertà».

Un giudizio analogo è stato espresso anche da Samuele Bernardini, presidente della Chiesa evangelica valdese di Milano e da Carlo De Michelis, presidente della Chiesa evangelica metodista di Milano: «La proposta di legge regionale voluta dalla maggioranza dimostra ancora una volta che in Italia la tutela della libertà di religione e di pensiero non è un dato acquisto. Non basta la Costituzione, non bastano i principi di uguaglianza tra le comunità di fede presenti in Italia. Si riconosce alla Chiesa cattolica quello che non si è disponibili a riconoscere alle altre fedi perché con questa legge si discriminano proprio i cittadini appartenenti alle confessioni religiose diverse dalla cattolica. Con ogni evidenza si tratta di norme anticostituzionali che vanno contro la libertà di culto e che saranno certamente bocciate dai ricorsi che inevitabilmente seguiranno l’eventuale approvazione del progetto di legge».

27 gennaio 2015