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di Luca Pilone

«La libertà del cristiano» è sicuramente una delle opere più note e significative di Martin Lutero. 
Il breve trattato venne redatto dal monaco agostiniano nel 1520, pochi mesi prima dell'emanazione della bolla «Exurge Domine» con cui papa Leone X intimava la ritrattazione delle 95 tesi, pena la scomunica. Il testo, di chiaro intento conciliativo, definisce la fede evangelica come radice della libertà interiore operata dalla grazia e risulta ancora oggi essere tra le più limpide e alte espressioni del pensiero luterano nonché del messaggio della Riforma protestante.  

Il Centro culturale protestante di Bergamo, in collaborazione con la Biblioteca «Girolamo Zanchi», propone a partire da sabato 8 novembre alle ore 17 la lettura e il commento di quest'opera, attraverso una modalità inedita. I partecipanti, infatti, non assisteranno ad una conferenza ma verranno chiamati in prima persona a cimentarsi con il testo. Dopo un breve inquadramento storico, una parte dell'opera verrà letta ad alta voce da una guida e, dopo un momento di riflessione silenziosa e personale, verrà richiesto al gruppo di condividere le proprie reazioni, riflessioni e suggestioni in piena libertà. La guida, tenendo conto delle considerazioni espresse, esporrà infine il significato storico del testo nel rispetto filologico delle intenzioni dell’autore, rileggendo ancora una volta i passi più significativi.

La scelta di questo testo di Lutero, che sarà seguito nel corso dei mesi successivi da altre opere di grandi autori del passato e dell’età contemporanea, è stata dettata non solo dall’approssimarsi delle celebrazioni per il quinto centenario della Riforma protestante, che si svolgeranno nel 2017, ma anche dal desiderio di far scoprire o riscoprire al grande pubblico un testo che, pur nella sua brevità, contiene un vibrante appello alla libertà e che merita di essere una volta letto nella vita, al di là delle fedi religiose o delle convinzioni esistenziali di ciascuno.

4 novembre 2014